Prima l’uomo, poi il cane. Non è un film, non è un’invenzione cinematografica. È vita reale. Anzi, è morte, il passaggio insondabile della vita, quel dopo in cui credere, in cui sperare di incontrarsi di nuovo. No, zio, non è un film. Il tuo addio discreto è il triste epilogo di quasi novant’anni di dedizione al lavoro e ai tuoi cari, di quelle fragilità che l’avanzare dell’età tende a mettere in evidenza e che si riassumono quasi sempre in una forma malinconica e nostalgica di ciò che è stato e di ciò che potrà essere, anche senza di noi.