Responsabilità, questa sconosciuta

Incisa una bestemmia sul portone della chiesa di San Sebastiano a Galatina

Di facile intuizione, purtroppo. Ho oscurato parte della bestemmia per un senso del pudore e del rispetto che ancora in fondo appartiene a qualcuno, ma la sostanza di quello che accade non cambia.
In troppi e troppo spesso hanno la facilità della lingua nel pronunciare queste due parole, nei contesti più disparati, senza alcuna remora rispetto a chi hanno di fronte, al contesto, alla sensibilità. Ma, d’altra parte, questa scritta campeggia incisa nel legno del portone di una chiesa, di quale sensibilità vogliamo mai parlare? Chi si è reso protagonista di questo scempio non ha guardato in faccia nessuno, anzi, probabilmente si è gloriato di questo graffito fatto proprio a ridosso di un luogo sacro.
La chiesa in questione è la parrocchia San Sebastiano a Galatina, ancora una volta al centro dei vandalismi di chi bivacca sui gradoni del suo sagrato in attesa di un pullman o semplicemente in preda alla noia. Non insorgano adesso i genitori punti sull’orgoglio. O meglio, sarebbe proprio il caso che saltassero sulla sedia e si allarmassero per questo continuo menefreghismo che invade molti ragazzi.
Non me ne vogliano quelli che ritengono che sia un discorso bigotto. Mi risulta francamente difficile immaginare un uomo o una donna di mezza età intenti a scrivere frasi sgrammaticate e bestemmie sui muri delle chiese.
È molto più probabile che si tratti di qualche adolescente che per ore ride, scherza, grida, mangia, sporca su viale Don Bosco. Ma se vogliamo scongiurare che si tratti proprio di qualche bravo figliolo che “mai e poi mai farebbe una cosa de genere”, forse l’idea della videosorveglianza anche sul colle galatinese non sarebbe male. È un’area molto popolata. Così come ci sono le telecamere verso il campus scolastico di viale Don Tonino Bello, non sarebbe il caso di avere un occhio in più anche vicino alle altre scuole della città per evitare di tornare sempre su questi discorsi? Non si risolverebbe la cosa, il problema è molto più profondo, è evidente. Ma nell’ambito dell’educazione sembra essere tutto troppo complicato e chi dovrebbe essere dalla parte dell’obiettività, spesso si rifugia nella difesa a oltranza di figli che di tutto hanno bisogno tranne che dell’ennesimo “non ti preoccupare, ci penso io”. Responsabilità, questa sconosciuta. E così, all’uscita della messa, dopo una bella celebrazione di Prime Comunioni, la foto ricordo ha sullo sfondo un’espressione ingiuriosa. Meno male che qualcuno ancora si indigna. Quando sembrerà del tutto normale, avremo finito.