Assegnare ad Andrea Ascalone il premio Beniamino De Maria 2020

“Ora, una volontà che ho educato con amore d’artista, sosterrà due gambe molli e due polmoni stanchi. Riuscirò” (Ernesto Che Guevara). Lì, in piedi, fiero come un condottiero, Andrea Ascalone sembra quasi “presidiare” il suo vecchio forno, e controllare, attimo dopo attimo, la giusta cottura dei pasticciotti, la giusta doratura delle sue più famose creature.

Galatina e il culto della personalità

Leggendo certi post con i collegati commenti sorge spontanea una domanda: possono essere inquadrati come manifestazioni del cosiddetto culto della personalità? Wikipedia offre una risposta che non sarà Vangelo ma certamente aiuta a formarsi un'idea. "Il culto della personalità -vi si legge-  è una forma di idolatria sociale che generalmente si configura nell'assoluta devozione a un leader, solitamente politico o religioso, attraverso l'esaltazione del pensiero e delle capacità, tanto da attribuirgli doti di infallibilità.

Seimilaseicento quarantadue responsabili

“Chi ha autorizzato questo scempio?” Quando ieri sera ho visto la foto qui sopra e il video pubblicato sul web da un entusiasta sostenitore dell’attuale amministrazione comunale, la domanda mi è sorta spontanea e l’ho trasformata in un editoriale. Poi ho cominciato a mandarla in giro e, dopo una mezzora, ho avuto le prime risposte.

Stefano e Cristian, quando il mondo non è pronto a un addio così precoce

Troppo presto. Modalità diverse, tragedie differenti, il fattore comune delle precocità. A 35 anni non si muore, neanche a 40 si muore. Eppure succede, risucchiati dalla fatalità o da buchi neri di cui è complicato capire la profondità.
Le parole si sono perse nell’abisso dei perché senza risposta quando Galatina ha appreso dell’addio al mondo di Stefano; sono già amaro rigurgito nel saluto che oggi Nardò darà a Cristian stroncato da un’emorragia cerebrale.

Antonio Antonaci come Marco Pannella?

Il mese di agosto era quello in cui Marco Pannella lavorava di più. Quando Roma si svuotava, gli unici due politici a rimanere sul campo erano, al Viminale, il Ministro dell’Interno e Giacinto (detto Marco) in via di Torre Argentina. Il padre dei referendum, da giornalista consumato, sapeva che i giornali in estate avevano (ed hanno) poco da scrivere e si dava da fare per aiutarli a riempire le pagine con le idee e le iniziative radicali.

Lanciare una pietra

“Le idee vengono discusse. La discussione è cosa buona, ma per me non è sufficiente. È la realtà umana che si discerne. Il discernimento è quel che conta veramente. (…) E a volte per poter discernere bisogna lanciare una pietra! Se si lancia una pietra, le acque si agitano, tutto si muove e si può discernere. Ma se invece di lanciare una pietra si lancia… un’equazione matematica, un teorema, allora non ci sarà alcun movimento, e dunque nessun discernimento”.

Il piatto di lenticchie

"Questa è la discendenza di Isacco, figlio di Abramo. Abramo aveva generato Isacco. Isacco aveva quarant'anni quando si prese in moglie Rebecca, figlia di Betuèl l'Arameo, da Paddan-Aram, e sorella di Làbano l'Arameo. Isacco supplicò il Signore per sua moglie, perché essa era sterile e il Signore lo esaudì, così che sua moglie Rebecca divenne incinta.  Ora i figli si urtavano nel suo seno ed essa esclamò: "Se è così, perché questo?". Andò a consultare il Signore.

Da oggi navigatori più consapevoli. Grazie, don Lucio!

"Avete deciso di imbarcarvi per il matrimonio e mio compito è quello non di segnare la vostra rotta, ma di rendere più chiaro l'orizzonte perché navighiate spediti, convinti e soprattutto felici".
Ci ha detto più o meno qualcosa del genere don Lucio Greco quando siamo andati da lui, alla fine dello scorso anno, a chiedere delucidazioni su quel fantomatico "corso prematrimoniale" che spesso si descrive come una tappa obbligata e, diciamocelo, non particolarmente divertente da affrontare prima di sposarsi.

Se nel metterci la faccia si rischia di perderla

È un atto di coraggio. Quello di metterci la faccia, dico. È un atto di coraggio bello e buono, non scontato e di certo non sicuro. Perché tra il metterci la faccia e il perderla basta davvero un nulla.
La linea che divide la voglia di fare la propria parte da una vuota mania di protagonismo, il più delle volte ingiustificata, non sostenuta da reali capacità intellettive o esperienziali, è più che mai sottile e le elezioni amministrative ci mostrano puntualmente quanto fragile sia questo limite.

Periferie a Galatina?

“Non deve più esistere “la periferia”, con tutto il significato dispregiativo che si tende ad attribuire a tale termine, ma “aree residenziali” degne di chi le abita e quindi pregevoli e ben sistemate”. Ad auspicarlo è Antonio Antonaci, medico di famiglia e candidato sindaco di Galatina, sul suo profilo facebook. La riflessione è interessante e merita di essere approfondita a partire dalla prima affermazione (“non deve più esistere la periferia”) che sottintende il fatto che a Galatina esistano zone a cui il termine, soprattutto nella sua accezione dispregiativa, va attribuito.