Alzarci e andare via

Chissà a quali canali facesse riferimento il sindaco Fabio Vergine nel definirli “i più congeniali” per esprimere l’asfissiante, a suo dire, attenzione della consigliera Loredana Tundo all’attuale amministrazione. Forse parlava dei social? Ma la sua diversamente ironica oratoria potrebbe aver dimenticato per un attimo che sia lui sia tutti i componenti della sua squadra usano Facebook, Instagram e compagnia bella per dare pareri, riferire notizie più o meno interessanti, esaltarsi per un risultato, denigrare qualcuno?
Secondo Vergine sarebbe bastato un centesimo dell’attenzione, che la consigliera Tundo mette nel monitorare l’operato della sua amministrazione, per fare bene il proprio lavoro di assessora ai lavori pubblici durante l’amministrazione Amante. Io dico che sarebbe bastato un millesimo del rispetto e del garbo che si dovrebbero solitamente a una persona in quanto tale, per evitare che il primo cittadino si perdesse in mezzucci davanti ai quali è anche difficile il commento perché della politica, quella vera, hanno solo un’ombra opaca e indefinita.
Troppe volte abbiamo assistito, in poco più di un anno con questa amministrazione alla guida della città, all’apparenza vincitrice assoluta sulla sostanza, alla rincorsa del gesto plateale che potesse per un attimo mettere all’angolo un gesto magari più silenzioso, ma forse più concreto.
L’impressione è che non ci sia la volontà di rimboccarsi davvero le maniche per Galatina, l’intelligenza di mettersi in discussione senza per forza offendere chi abbiamo di fronte, il desiderio di dare risposte anche quando una domanda può risultare banale o ridondante, per il solo piacere di non lasciare cadere nel vuoto un qualsiasi dubbio altrui.
Ma qui di dubbi se ne sommano decine. L’ultimo consiglio comunale, da cui prendono spunto queste poche righe di riflessione, fa emergere una situazione senza punti fermi a cui i cittadini possano appigliarsi per credere ancora in una Galatina di cui andare orgogliosi. Non basta organizzare l’assise a Collemeto per far vedere che si ha a cuore la frazione, in un luogo (la palestra) per il quale, per di più, proprio la tanto criticata Loredana Tundo si era spesa positivamente durante il suo mandato di assessora ai lavori pubblici. Non si può scegliere di inginocchiarsi davanti a tutti e chiedere scusa alle donne durante le manifestazioni del 25 novembre e poi alla prima occasione possibile dimostrare disprezzo per una donna, un’avversaria, una persona. Non parliamo di gender gap, ok. Ma quanto meno l’incertezza sulla coerenza diventa legittima, soprattutto se si considera che anche la violenza delle parole ha un peso da non sottovalutare, così come ha ricordato Sandra Antonica nella conferenza stampa di ieri, lei che non è insolita reggere agli attacchi e alle offese da parte della controparte politica.
Posso immaginare quanto sia costato a un uomo pacifico e sempre pronto al confronto verbale come Marcello Amante abbandonare il consiglio comunale, ma la sua decisione, condivisa dagli altri consiglieri di minoranza presenti, eccetto uno, ha il sapore di una stanchezza che in molti stanno avvertendo davanti a un agire che si rigira troppo nelle chiacchiere compiacenti. E visto che c’è una strana tendenza a zittire con astio, magari proprio sui social, chi la pensa in modo diverso, non ci resta che...alzarci e andare via.
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