Una gioventù cafona

Dall’accenno di lettere greche usate in malo modo, è probabile che si tratti di studenti del liceo classico, cosa che, per puro campanilismo, mi lascia ancora di più l’amaro in bocca.
Rino Duma, l’incredibile sensibilità di un uomo di scienza
Il quaderno di geometria è in libreria, come i testi più significativi che in una casa diventano fonte di ispirazione in determinati momenti della vita. È quello “in bella” perché ci tenevi a farci copiare i problemi che più di altri ci avevano fatto lavorare la mente per comprendere e sciogliere i nodi.
Ludovica, quando il dolore annienta

A due anni, se la luce si spegne, come si dissipa il buio? A due anni non hai ancora visto il mondo, ma il mondo, il tuo, quello a te vicino, ha avuto modo di innamorarsi pienamente di te, di sentirti dentro come gioia esplosiva. Ma basta un attimo, bastano poche ore. Tutto cambia e il senso della vita si perde dietro spiegazioni impossibili da dare.

Ilaria Antonica e la sua “sera” dei miracoli, portati a casa 140mila euro

Ha vinto. Partiamo da qui, dalla notizia nuda e cruda, come il giornalismo più puro impone. Ilaria Antonica, 30enne di Galatina, ha vinto la puntata di stasera de “L’Eredità” di Rai 1, il preserale condotto da Flavio Insinna.
Ha fatto filotto, come si suol dire, incasellando una dietro l’altra le parole della temuta “ghigliottina” che l’hanno portata a intuire quella che le accomunava tutte. Ed è stata davvero la “sera” dei miracoli.

Stefano e Cristian, quando il mondo non è pronto a un addio così precoce

Troppo presto. Modalità diverse, tragedie differenti, il fattore comune delle precocità. A 35 anni non si muore, neanche a 40 si muore. Eppure succede, risucchiati dalla fatalità o da buchi neri di cui è complicato capire la profondità.
Le parole si sono perse nell’abisso dei perché senza risposta quando Galatina ha appreso dell’addio al mondo di Stefano; sono già amaro rigurgito nel saluto che oggi Nardò darà a Cristian stroncato da un’emorragia cerebrale.

"Buon viaggio, bomber". In centinaia per l'addio a Tony Vantaggiato

Mi chiedo come possa una spalla come quella di un padre, che ha tenuto in braccio un figlio e su quella spalla lo ha protetto e fatto giocare, ritrovarsi schiacciata dal peso di un feretro che chiude nel silenzio eterno proprio quel figlio.

Se nel metterci la faccia si rischia di perderla

È un atto di coraggio. Quello di metterci la faccia, dico. È un atto di coraggio bello e buono, non scontato e di certo non sicuro. Perché tra il metterci la faccia e il perderla basta davvero un nulla.
La linea che divide la voglia di fare la propria parte da una vuota mania di protagonismo, il più delle volte ingiustificata, non sostenuta da reali capacità intellettive o esperienziali, è più che mai sottile e le elezioni amministrative ci mostrano puntualmente quanto fragile sia questo limite.

Ciò che resta, oltre noi

Prima l’uomo, poi il cane. Non è un film, non è un’invenzione cinematografica. È vita reale. Anzi, è morte, il passaggio insondabile della vita, quel dopo in cui credere, in cui sperare di incontrarsi di nuovo. No, zio, non è un film. Il tuo addio discreto è il triste epilogo di quasi novant’anni di dedizione al lavoro e ai tuoi cari, di quelle fragilità che l’avanzare dell’età tende a mettere in evidenza e che si riassumono quasi sempre in una forma malinconica e nostalgica di ciò che è stato e di ciò che potrà essere, anche senza di noi.

Sara, il silenzio dell’addio

Il silenzio è sinonimo di cose taciute, di pensieri che non si esprimono, di giorni in cui il rumore non ci appartiene. Eppure il silenzio sa essere esplosivo quando ne avverti un peso che è senza via di uscita. Quello di Sara Scrimieri è il silenzio dell’addio. La giovane 33enne di Galatina, rinvenuta senza vita nel suo appartamento di Valencia giovedì scorso, in quel silenzio non era riconoscibile. Lo sapevano le sue amiche che, non sentendola per un giorno intero, si erano insospettite e allarmate.

Vi auguro gli occhi di Giulio

Tutte quelle amare, ingoiate a fatica per l’ennesimo dolore, sono lacrime che ci hanno graffiato i volti in questi ultimi due anni, volti nascosti, volti impauriti e incerti.
Ma oggi io vi auguro gli occhi di Giulio, gonfi di lacrime lucenti, perle di gioia per uno dei momenti indimenticabili della sua vita. Questo giovane papà, emozionato e quasi indifeso mentre taglia il cordone della sua piccola Ginevra, a pochi attimi dalla nascita di sua figlia, è l’immagine perfetta di questo Natale.