Sara, il silenzio dell’addio

Il silenzio è sinonimo di cose taciute, di pensieri che non si esprimono, di giorni in cui il rumore non ci appartiene. Eppure il silenzio sa essere esplosivo quando ne avverti un peso che è senza via di uscita. Quello di Sara Scrimieri è il silenzio dell’addio. La giovane 33enne di Galatina, rinvenuta senza vita nel suo appartamento di Valencia giovedì scorso, in quel silenzio non era riconoscibile. Lo sapevano le sue amiche che, non sentendola per un giorno intero, si erano insospettite e allarmate.

Vi auguro gli occhi di Giulio

Tutte quelle amare, ingoiate a fatica per l’ennesimo dolore, sono lacrime che ci hanno graffiato i volti in questi ultimi due anni, volti nascosti, volti impauriti e incerti.
Ma oggi io vi auguro gli occhi di Giulio, gonfi di lacrime lucenti, perle di gioia per uno dei momenti indimenticabili della sua vita. Questo giovane papà, emozionato e quasi indifeso mentre taglia il cordone della sua piccola Ginevra, a pochi attimi dalla nascita di sua figlia, è l’immagine perfetta di questo Natale.

Al galoppo, Cavallino Bianco!

Delle vecchie sedie, quelle in legno, quelle scomode, ma testimoni di tanti pensieri, tante risate e tante emozioni, è rimasto solo qualche esemplare nel foyer. L’antico videoproiettore dall’ingresso guarda la fontana in fondo. Come dire: è tutto nuovo, ma è il passato ad aver tenuto duro, è la tradizione, è l’orgoglio, il vociare dei veglioni, le luci soffuse, la musica. Senza quel passato, dire “il futuro è adesso” sarebbe stato impossibile.

Spiegare le vele ed essere protagonisti, gli studenti del “Vespucci” di Gallipoli si sono classificati al 96° posto alla Barcolana di Trieste

Ci sono le cose immaginate, che rimangono lì, delineate solo nella testa. E poi ci sono quelle sognate e poi realizzate, destinate a lasciare un segno meraviglioso in chi le vive.
Gli studenti dell’istituto superiore “A. Vespucci” di Gallipoli apprendono il mare, ma poi se lo prendono, lo toccano, lo attraversano, ci si buttano dentro spiegando le vele e solcandone le onde.

Luigi Malerba, non c’è addio quando si continua a essere Amore

Antonio, Arianna, Alice. Ci dicono che, anche nel giorno della morte, bisogna celebrare la vita. E la vita è quella che continua, comunque, nonostante, al di là. Continua per i figli di Luigi Malerba, presenti ieri all’esequie del padre, strappato alla loro quotidianità a soli 53 anni da un tragico incidente stradale giovedì scorso.

Sul tetto d’Europa, nel cuore degli italiani: anche la piazza di Galatina è tricolore

Di quelle notti in cui prenderesti tra le mani il volto di chi hai accanto per rubargli un bacio, anche senza conoscerlo. E magari una promessa: che non sia l’ultima volta che si esulta così, così da italiani, così da popolo sorridente, così da araba fenice che ha sempre ceneri da cui rinascere.
È una di quelle, di quelle notti lì, così rare e così meravigliose.

Quando un padre

È possibile conoscere una persona solo attraverso i suoi figli? Mario Giurgola, noto imprenditore galatinese, se n’è andato a 65 anni per complicazioni legate al covid. L’ho incontrato solo un paio di volte negli uffici della Giurgola srl per alcuni progetti lavorativi che hanno unito le nostre strade, ma non ho mai avuto modo di parlare davvero con lui. Ma con Andrea sì, con Floriana sì.

Renato Moro, gli occhi sornioni di un giornalista vero

Poche ore prima stai commentando un fatto, stai analizzando una notizia, stai semplicemente sorridendo o lasciando andare un pensiero. Poi in un attimo tutto cambia. E tu sei solo riflessione, sei solo le parole che hai scritto, le inchieste che hai svolto, sei solo ricordo. Solo, eppure tutto. Perché tutto mettevi anche nell’astrazione di un concetto, nell’ironia di una foto, nel coraggio di comunicare.

Ciao, Marisa, ci vediamo su

Perdonami, Marisa. Se tu fossi qui in questo momento, correresti a nasconderti. Ma non sei qui, non solo almeno. Oggi sei ovunque, anche in quei posti in cui esserci è un privilegio, nel cuore di chi hai sempre amato e che ha sempre amato te. Lì lo spazio e il tempo non esistono ed è la consolazione di questa incredibile eternità che ci spinge a pensare al tuo sorriso e non alla sofferenza a cui, tenace e ottimista come sei sempre stata, hai dovuto dire il tuo “eccomi”.

Se non sai come rispondere alla vita, tu balla

Marta non c’è più. Ma anche quando c’era, in fondo era altrove, nell’oblio della dimenticanza. Eppure ci sono stati attimi in cui è tornata, abbracciata dalla musica che per una vita l’ha fatta essere creatura eterea. Marta C. Gonzàlez, già prima ballerina del New York City Ballet, si è data alla danza per oltre cinquant’anni. L’Alzheimer l’ha poi estraniata dal mondo fino a quando nel 2019 questo mondo quel corpo esile lo ha definitivamente lasciato.