Il professor Michele Stanca torna a casa

Il 4 luglio 2020 arriverà la salma di Michele Stanca al Cimitero di Soleto per essere tumulata. Prima del pietoso rito della sepoltura verrà celebrata al Cimitero alle ore 19:00 con l'osservanza di tutte le prescrizioni, una Santa Messa di suffragio. Il professor Stanca, nato a Soleto nel 1942 è deceduto in seguito del coronavirus il 19 marzo 2020 a Fidenza. Era residente a Fiorenzuola D'Adda con la sua famiglia.

"Tre grandi doni"

Desidero esprimere il mio profondo ringraziamento al Signore per tre grandi doni che ho ricevuto nella vita. Il dono del Battesimo al Sacro fonte della Chiesa Madre. Di fronte a quella sorgente di grazia mi sono fermato tante volte. Il dono del Sacerdozio, ricevuto per la preghiera e l’imposizione delle mani di Sua Eccellenza Mons. Gaetano Pollio, verso il quale ho avuto sempre, come per tutti i vescovi diocesani ed i vescovi della regione Puglia che ho servito con fedeltà e parresia, sentimenti di viva gratitudine.

"Un prete può andare in pensione?"

Un prete può andare in pensione? A livello sociologico certamente sì, lo prevede il nuovo codice di diritto canonico, il pio-benedettino, invece, prevedeva la categoria dell’inamovibilità dall’ufficio. Era affidato alla saggezza del parroco in determinate circostanze rassegnare le dimissioni dall’ufficio. Mons. Salvatore Podo, saggio ed equilibrato preposito della Collegiata, con una lettera indirizzata all’ordinario del luogo, densa di spiritualità sacerdotale ed umana, diede le dimissioni, esempio fulgido per la Chiesa Madre!

"Faccio gli auguri più sinceri al nuovo parroco e prego per lui"

La notizia si diffonde in un baleno con sentimenti alterni. Il sentimento profondo del parroco è quello di ringraziare il Signore per i 52 anni di sacerdozio, dono della Provvidenza, vissuti in settori vitali della Chiesa: dalla formazione del clero alla vita pastorale, seguendo con semplicità gli esempi dei grandi educatori e l’esempio di pastori, che, senza frivolezze enfatiche, hanno insegnato ad amare la Chiesa e la Chiesa concreta, fatta di persone. Ho sempre salutato tutti e non ho mai imposto le mie idee, chiedendo “per favore” anche al piccolo ministrante.

"Quello strappo esiste da almeno 24 anni"

Caro Direttore, oso utilizzare, con il tuo permesso, uno spazio del Giornale che dirigi  per puntualizzare e rasserenare la nostra vita cittadina. Mi riferisco a due episodi ampiamente diffusi dai social. Con una notizia del due luglio è stato detto dal signor Franco Mazzotta, con una frase (!) “finita la festa …… nuovi dolori….” correlata da due foto di una tela custodita in Chiesa Madre con un piccolo taglio (è un male, mi hanno insegnato che il male proviene da qualunque difetto).

"Nella vita, sulla scia del grande Maestro, ha indossato i panni del pellegrino"

Il giorno 1 agosto si sono celebrati presso la chiesa parrocchiale di San Biagio, i funerali di Tonino Romano con la partecipazione di fedeli di Galatina, rappresentanti dell'Azione Cattolica diocesana ed amici venuti da fuori, nonostante il caldo torrido di questi giorni.
Dopo la Santa Messa si è formato un gruppo di amici degli anni '50 del secolo scorso) giovani di allora ed un aspirantino e si diceva: ”Ora tocca a noi”.
L'aspirantino rispondeva con le parole evangeliche, prese a motto anche dagli scout: estote parati!

San Pietro può essere passato da Galatina. Sulla presenza di San Paolo nel Salento ci sono seri dubbi

"A tutti coloro che hanno reso possibile, con impegno e costanza, sfidando anche la temperatura calda, attraversando la città per raccogliere fondi per onorare i Santi nostri patroni Pietro e Paolo nei giorni 28, 29 e 30 giugno. Per essere precisi, i festeggiamenti sono iniziati già il 19 giugno con la partecipazione, a turno, delle comunità parrocchiali della Città, delle Frazioni e della parrocchia di Giurdignano. Un grazie ai confratelli che hanno illustrato con appropriate catechesi la prima lettera cattolica di Pietro.

Un dialogo non ascoltato

Questa mattina, 14 agosto, solennità dei Ss. Martiri di Otranto, verso le 7.30, entrando in piazza San Pietro, ho notato che le statue che adornano la tanto decantata (a parole) facciata della Chiesa Madre, si sporgevano dalle nicchie e dialogavano tra loro. Ho sentito San Raimondo Nonnato (nato per parto cesareo) che esclamava: «o tempora, o mores» e ricordava il tripudio e la gioia dei fedeli, del sindaco e del clero quando fu adornato il monumento e ricordava anche il suo confratello Mons. Adarso, arcivescovo di Otranto, ma che risiedeva stabilmente a Galatina, vescovo illuminato.

"Alli scaluni della Chiesa Madre"

Espressione dialettale tipica galatinese che non indica soltanto un luogo, ma soprattutto un modo di pensare, di vivere, fare relazione.
Sui gradini della Chiesa Madre, seduti e avvolti dal venticello ristoratore, che mai manca, ci si vedeva, si parlava, si progettava e si sognava. Era un piacere e si viveva la “piazza”. I gradini erano molto alti, perché lo spazio del sagrato, meno spazioso dell’attuale, luogo di preparazione alle funzioni religiose, quindi sacro e rispettato, delimitato da due lampioni in ghisa, erano puliti ed accoglienti.

Piazza San Pietro parla

Nel 2011 avevo annotato qualche pensiero. Riprendo quel testo e lo rielaboro per i lettori del nostro giornalino. Da qualsiasi parte, dalla “Pupa”, da via Cavazza, da Corso Garibaldi, da via Vittorio Emanuele, da via Orazio Congedo, da via Pietro Cavoti, entri in piazza San Pietro e ti senti accolto da un caloroso abbraccio. Ti attrae, con la forza della calamita, una magnifica piazza, e oltre l’accoglienza senti che ti parla con dolcezza, ti parla con la maestosità dello spazio, la ricchezza dell’architettura, la solennità della facciata della Chiesa Madre.