E apparve la Chiesa Madre da una penna francese

Non c’è silenzio abbastanza profondo da contenere tutte le emozioni di un animo che vuole viaggiare tra i suoi pensieri. Serve un rumore, lieve, lievissimo, quasi un sibilo, capace di aprire una breccia e far allargare le braccia sul bello.
Due turisti francesi, seduti in Piazza San Pietro a Galatina, ieri pomeriggio hanno scelto il fruscio impalpabile dell’inchiostro di china su un taccuino per dare spazio alla creatività.

"Sottomettersi quando è necessario"

"Sottomissione. – Bisogna saper dubitare quand’è necessario; affermare quand’è necessario, sottomettersi quando è necessario. Chi non fa così non comprende la forza della ragione. Vi sono persone che vanno contro questi tre principi: o affermando tutto come dimostrativo, non intendendosene di dimostrazioni, o dubitando di tutto, non sapendo dove bisogna sottomettersi, oppure sottomettendosi in tutto, perché non sanno quando si deve giudicare".

La morte a Quattrocchi

Quando ho sentito quel cognome in tv, la mente è tornata subito a 15 anni fa. Per me Quattrocchi è solo Fabrizio. Il 14 aprile 2004 il siciliano 36enne, che lavorava in Iraq come guardia di sicurezza privata, venne ucciso a Baghdad da un gruppo di sequestratori che si facevano chiamare "Falangi verdi di Maometto". Venne fatto inginocchiare in una fossa. Aveva le mani legate e una sciarpa che gli copriva la testa. Toccandola chiese di potersela levare e aggiunse: "Vi faccio vedere come muore un italiano". Un attimo dopo gli spararono.

I due liocorni

Strada Galatina-Lecce. Passaggio a livello chiuso all’altezza della zona fiera. Sono in macchina e sono le 19:30 di un giovedì pesante di una settimana fatta di corse e incastri. L’obbligo a stare ferma per qualche minuto, pur per un motivo non esilarante come il transito di un treno, mi permette di respirare un attimo, ma i pensieri sulle cose ancora da fare e da sistemare prendono il sopravvento, viaggiando senza meta su quelle vecchie rotaie.

La morte, se

La morte, se oltre a cancellare il corpo dalla vista, sdradica il ricordo dalla mente, vince sulla vita.
La morte, se mette fine a un legame, come una mannaia che divide in due la carne, vince sulla vita.
La morte, se viene invocata ogni volta che i problemi ci sembrano insormontabili e ci lamentiamo di essere presi di mira dalla cattiva sorte, vince sulla vita.
La morte, se ci fa paura come un cane rabbioso sguinzagliato contro di noi, vince sulla vita.

"Un prete può andare in pensione?"

Un prete può andare in pensione? A livello sociologico certamente sì, lo prevede il nuovo codice di diritto canonico, il pio-benedettino, invece, prevedeva la categoria dell’inamovibilità dall’ufficio. Era affidato alla saggezza del parroco in determinate circostanze rassegnare le dimissioni dall’ufficio. Mons. Salvatore Podo, saggio ed equilibrato preposito della Collegiata, con una lettera indirizzata all’ordinario del luogo, densa di spiritualità sacerdotale ed umana, diede le dimissioni, esempio fulgido per la Chiesa Madre!

E di un cuore scalzo

Chi non l'ha visto, ha volutamente messo le mani sugli occhi, ma non avrà comunque potuto chiudere contemporaneamente anche le orecchie. E allora della gioia e del coinvolgimento, che hanno animato il centro di Galatina durante la festa patronale, sarà stato costretto quanto meno a percepire il bello, il bello del voler essere partecipi dell'orgoglio che questa città sta tirando fuori, sia pure al ritmo del tamburello che ha allungato "la notte delle ronde"  togliendo il sonno al "cuore scalzo".

"Lo Stato non può impedire di scegliere"

Ricordo i suoi occhi implorare aiuto e sento ancora gli atroci lamenti rimbombare nella testa. Lo guardavo e mi chiedevo cosa avrebbe scelto se avesse saputo di dover vivere otto anni della sua vita in quelle condizioni. Eppure la speranza e il rispetto del dono della vita frenavano qualsiasi tipo di pensiero, perché so che Dio esiste anche nella sofferenza.

"Per votare mi turerò il naso ma voterò!"

In tanti anni, non ho mai avuto tanti dubbi nell’andare a votare come questa volta. Una settimana prima del voto brancolo ancora nella fitta nebbia dell’incertezza. Sento come sempre il dovere di andare a votare e mai vorrei cedere alla tentazione di astenermi dal voto: sarebbe un tradimento nei confronti delle mie più profonde convinzioni, che riguardano gli elementari doveri del vivere civile. Quindi andrò a votare. Entrerò come sempre nella cabina elettorale, aprirò la scheda e cercherò un simbolo, un nome che ispiri fiducia. Fiducia, che parola grossa.

In attesa del black-out

La modernità è la convinzione che il cambiamento sia l'unica cosa permanente e che l'incertezza sia l'unica certezza. Con la crisi del concetto di comunità, emerge un individualismo sfrenato, dove nessuno è più compagno di strada ma antagonista di ciascuno, da cui guardarsi. Mancando, quindi, punti di riferimento tutto è dissolto in una forma di "liquidità". Questo è, in estrema sintesi, il nucleo del pensiero di Zygmunt Bauman ne "La società liquida", filosofo e saggista di origine ebreo polacca, scomparso nell'anno in corso.