Luigi Malerba, non c’è addio quando si continua a essere Amore

Ieri a Collepasso i funerali del 53enne galatinese, maresciallo dell’Aeronautica morto in un incidente stradale giovedì scorso.

Luigi Malerba, non c’è addio quando si continua a essere Amore

Antonio, Arianna, Alice. Ci dicono che, anche nel giorno della morte, bisogna celebrare la vita. E la vita è quella che continua, comunque, nonostante, al di là. Continua per i figli di Luigi Malerba, presenti ieri all’esequie del padre, strappato alla loro quotidianità a soli 53 anni da un tragico incidente stradale giovedì scorso.
Antonio, 24 anni, Arianna, 22, Alice, 8. Chissà se è casuale la scelta di tutti e tre i nomi con la A, la stessa iniziale di Alessandra Dell’Anna, la madre, ancora in ospedale, ancora in lotta. La stessa di Amore, rete fittissima e indistruttibile che ha sempre tenuto stretta questa famiglia sorridente a valori importanti come la condivisione e l’altruismo.
Don Fabio Villani, cappellano dell’Aeroporto di Galatina, ieri officiante dei funerali in una Chiesa Madre di Collepasso gremita e triste, piena di militari del 61° Stormo, di parenti, di amici, ha cercato nelle parole di San Basilio un angolo di conforto. Come davanti al sole troppo forte proteggiamo gli occhi per non esserne accecati, così davanti alle tragedie dovremmo distogliere lo sguardo, imparare a non fissare il sole, ma a scorgere ciò che il sole illumina, guardare la vita.
Oggi Galatina, città adottiva di Luigi Malerba, questa vita la vede tremante e incerta. Ha perso un uomo che ogni giorno dava esempio di rigore e di affabilità insieme. Il rigore che il suo ruolo di maresciallo dell’Aeronautica gli aveva insegnato, l’affabilità che in modo spontaneo e naturale faceva trasparire con tutti, mettendosi al servizio di chiunque, dandosi fraternamente a chi ne avesse bisogno. Con la moglie il sentimento si alimentava con il passare del tempo, lasciando senza parole i i disincantati sostenitori del “prima o poi la fiamma si spegne”. L’amore era sostegno incrollabile dell’essere e dell’agire di Luigi Malerba e continuerà a tramandarsi nella forza che i suoi figli troveranno gli uni negli altri perché è la forza del loro papà e sarà ancora bastone per loro e per la loro mamma.
A tutto questo è la fede a mettere il sigillo. Chissà cosa aveva nel cuore quando chiese un giorno a don Fabio una coroncina del Rosario per la moglie. “Non so se ha poi dato quella coroncina ad Alessandra o l’ha tenuta per sé - spiega don Fabio - ma di certo l’ha portata a casa, di certo ha portato la fede nella sua famiglia”.
Noi aspettiamo di rivedere presto Alice al primo banco in parrocchia, nella tenda di San Sebastiano, accanto alla mamma felice per l’entusiasmo della piccola nel rispondere al parroco durante le omelie della messa del fanciullo la domenica. In quella gioiosa innocenza Luigi non smetterà di esserci.

 

 

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