Le bettule

Le bettule

Ce n’erano in ogni angolo del centro storico: vino, qualche pezzo di formaggio, qualche polpetta fritta o col sugo e un brindisi finale. E la sera era in una di quelle “bettule” il ritrovo dove parlare di lavoro, di politica,  di famiglia e di altro. A volte le discussioni erano anche molto animate. Finiva lì una pesante giornata di lavoro passata nei campi a coltivare, dall’alba al tramonto. Erano più o meno le dieci di sera quando si andava via dalla “bettula” per tornare a casa a piedi o con la bici.
Non erano pochi quelli che perdevano l’equilibrio o la strada del ritorno, procedevano barcollando, cantando o parlando da soli e spesso restavano seduti per terra sino a quando l’alcol non allentava il suo effetto.
La mattina seguente erano  a lavorare con fatica la terra quando ancora doveva albeggiare. Molti lavoravano quasi sempre alle dipendenze di un ”padrone”, vite, tabacco, grano, verdura ecc.  La domenica poi, con i vestiti della domenica, aspettavano che il “padrone” scendesse dal palazzo per la paga settimanale.
Non era insolito che una volta sceso, “il padrone” approfittasse della presenza dei lavoratori per far entrare legna,  “sarmente” o altro  e quella camicia bianca che si indossava solo la domenica finiva per cambiare colore.
Poi col tempo di persone “brille” si son viste sempre meno e le “bettule” quasi sparite. Ma si sa, ogni “storia” si ripete ed io non avrei mai immaginato che la “pratica del bere” sarebbe tornata così prepotentemente in uso. E mentre prima erano soprattutto anziani, ora sono soprattutto giovani anzi giovanissimi. E mentre prima l’ebbrezza proveniva da più di  qualche bicchiere di vino nero, ora proviene da qualche intruglio o mistura.  Mentre prima avveniva nel chiuso di  quattro mura umide e fredde di qualche “bettula” ora  avviene in luoghi aperti, nelle piazze, nelle discoteche, negli stadi.
E mentre noi ci arrampichiamo all’infinito per capire le cause culturali e socio-economiche alle origini delle “ubriacature di massa” che fanno tanta tendenza, qualcuno si è addormentato in spiaggia con una bottiglia di vodka vuota ancora in mano, qualche altro si è addormentato ai bordi di una strada provinciale che porta chissà a dove o nel bagno di qualche discoteca.
E noi che andavamo pazzi per la “gassosa” , noi a sperare, noi ad aspettare che prima o poi “si sveglino”.