"Non si giudica il vincitore o lo sconfitto: fa troppo caldo"

Sospendo ogni mio giudizio, fa troppo caldo. La piazza illuminata, tanta gente, anche la taranta era tramortita dal caldo di questi giorni. Forse fa troppo caldo anche per leggere queste righe. La piazza si trasforma, dalle chiacchiere post comizio, dai confronti aspri e talvolta anche volgari, dai fiumi di parole a fiumi di persone che visitano la città e ascoltano una strana evoluzione sonora della pizzica salentina, trasformata nella colonna sonora di un film che pare ambientato in un suk tunisino.

L'incubo del bisogno

Prendo spunto dal pensiero del giorno in testa a questo giornale il 21 giugno, che recita: "Gli uomini per essere liberi è necessario che siano liberati dall'incubo del bisogno". Estratto dalla raccolta di pensieri a cura di Pietro Perri vicepresidente della fondazione Sandro Pertini. Mi ero già trovato a sfogliare casualmente il testo poco tempo fa e nulla è più vero in quella frase come oggi.

Palloni e parole

Premetto di non essere mai stato un grande sportivo. Mai stato quindi un tifoso viscerale: seguo poco o nulla il calcio, se non per patrio orgoglio, durante i mondiali. Sabato scorso mi sono imbattuto, durante una sessione su internet, nel video che immortalava, a imperitura memoria, le immagini dell'addio di Francesco Totti al calcio giocato, allo stadio Olimpico.

"Il problema della politica è la politica stessa"

Caro Edoardo, leggo con tenerezza e rispetto i tuoi pensieri di ventenne, affidati ai "fogli" di un giornale. Rifletto su come sono cambiati i tempi, oggi i pensieri sono affidati allo sguardo rivolto all'obló di un aereo che, in 50 minuti, ti porta verso le fatiche universitarie. Non ne bastavano 10 di ore per leggere e rileggersi i pensieri quando si lasciava la propria cittá su di un treno, che certamente non profumava dei sapori di casa e tutto passava davanti a dei grandi finestri che, scompigliando il paesaggio, ti avvicinavano ai tuoi impegni.