"È la stampa, bellezza! (e la politica che non è in grado di tollerare il dissenso non è politica)". Con questo titolo il gruppo politico Domani ha pubblicato sulla sua pagina facebook il post che segue:
"Apprendiamo di un’iniziativa della maggioranza pro-tempore di Palazzo Orsini contro un iscritto all’ordine dei giornalisti, reo di manifestare, nell’ambito della sua attività professionale, dissenso politico verso l’attuale amministrazione.
E già così fa ridere. Un po’ perché si tratta di Dino Valente, persona certo portatrice di idee che ha sempre manifestato apertamente, ma al tempo stesso persona che ha sempre esercitato la sua professione in modo educato, garbato, a volte fin troppo rispettoso delle regole e delle prerogative istituzionali.
Anche in considerazione di questo, l’iniziativa ci pare assurda. E non c’è nemmeno bisogno di manifestare a lui e alla sua testata solidarietà perché la solidarietà è nei fatti.
Ma c’è dell’altro: è del tutto evidente che c’è una incapacità di gestione del dissenso politico, una insofferenza all’altrui pensiero che si manifesta in diverse situazioni (dal dibattito social fino a quello nell’aula del Consiglio Comunale, passando dall’incarico dato ad un legale per valutare eventuali denunce per critiche all’azione politica), una latente pretesa di aver sempre ragione che deriva, probabilmente, dall’applicazione pratica del classico “articolo quinto: ci tene a manu ave vintu”.
Un atteggiamento, riteniamo, che tende a limitare la libertà di parola e di critica proprio nel giorno in cui - i casi della vita - si scende in piazza formalmente contro il bullismo e si invita i ragazzi a parlare (anche se quello slogan “parla adesso” lascia molto a desiderare).
In questo poi, l’amministrazione attuale ripercorre uno dei peggiori momenti della precedente quando (sia pur senza arrivare ai limiti di prevaricazione e ridicolo di oggi) decise di non inviare più i comunicati ad un sito d’informazione cittadina perché lo stesso attaccava a testa bassa anche sul piano politico.
Parliamo del periodo in cui si interruppero i rapporti col Sedile e fu chiaramente un errore. Errore poi capito e corretto, un po’ per la situazione emergenziale dovuta al covid e un po’ perché all’interno di quella maggioranza qualcuno spingeva per un atteggiamento diverso.
Ecco, ci sembra singolare (e oltremodo simpatico) che i fautori del cambiamento totale verso “quelli di prima che non hanno fatto nulla” finiscano per ripetere e aggravare proprio uno degli errori più grossolani dei loro predecessori.
Assistiamo in questo caso ad un modo di fare che rappresenta una pericolosa deriva antidemocratica e una grave lesione della libertà di parola e rivela, ancora una volta, una concezione della gestione della cosa pubblica autoritaria e che considera il dissenso non come legittima espressione, ma come un fastidio da zittire e punire. Intanto attendiamo che eventuali voci libere all’interno dell’attuale amministrazione facciano sentire la loro presenza."
"Una incapacità di gestione del dissenso politico", interviene 'Domani'
"Intanto attendiamo che eventuali voci libere all’interno dell’attuale amministrazione facciano sentire la loro presenza"
