"Come il mare dopo la tempesta", è il titolo dell'ultimo romanzo di Silvia De Lorenzis, pubblicato dalla Casa Editrice Kimerik nella collana Percorsi Narrativa.
"Ho scritto questa storia -confida Silvia- per tutte le volte in cui ho avuto paura di amare davvero. Per tutte le volte in cui ho costruito muri, invece di ponti. Perché la verità è che l’amore – quello che ti entra dentro e ti cambia – può fare paura. Ti mette a nudo. Ti chiede fiducia, quando tu dentro hai solo cicatrici. Ma poi, arriva qualcuno che ti guarda come se fossi casa. E allora, o scappi. O resti. Ci sono legami che finiscono senza rumore. Niente parole, nessuna spiegazione. Solo silenzio. E quel silenzio fa male più di mille parole sbagliate. Perché quando tieni davvero a qualcuno — che sia un amore, un’amicizia o un pezzo di famiglia — non puoi accettare che tutto svanisca senza la possibilità di guardarsi negli occhi, di dirselo, anche solo di provarci. A volte, però, non ci viene nemmeno data quella possibilità. La vita è fragile, imprevedibile. A volte ci toglie le persone che amiamo troppo in fretta, lasciandoci con le mani vuote e il cuore pieno di parole non dette. E allora capiamo che ogni abbraccio conta, ogni “ti voglio bene” non va rimandato. Perché non ci è dato sapere quanto durerà ciò che abbiamo, ma possiamo scegliere come viverlo: intensamente, con presenza, con amore. Giulia lo sa bene.
Dopo una perdita profonda, l’amore per lei non è una conquista, ma un rischio. Eppure, ci sono incontri che ti mettono alla prova, che ti chiedono di scegliere tra il rimanere dove fa meno male o il lasciarsi andare verso ciò che potrebbe salvarti. Perché amare davvero richiede forza, presenza, pazienza. Richiede tempo, verità, coraggio. Questa storia nasce da tutte le parole non dette. Dalle distanze create per paura. Dalle seconde possibilità che la vita, a volte, ci regala quando meno ce lo aspettiamo. È una storia di resistenza, di guarigione, di amore autentico. Un amore che attraversa le tempeste, ma non affonda. Un amore che, alla fine, ritrova la pace."
"Il romanzo -aggiunge- è dedicato a mio zio, Luigi Baldari, scomparso prematuramente. Anche se il romanzo non racconta la sua storia, all'interno c'è un personaggio che lo ricorda moltissimo. E' un mio omaggio ad uno zio speciale, campione sul campo, ma soprattutto nella vita."