"Una gioventù cafona", tutti responsabili?

Gentile direttore, trasmetto replica all'editoriale della sua collega Valentina Chittano (già pubblicata come post su facebook) con preghiera di integrale pubblicazione anche su galatina.it https://facebook.com/story.php?story_fbid=pfbid0omcwhqFauuFuKiRoUtyySGNUcBezqAn4CmuxPjfuYqpYbHwHiMV4ZLERZ8fvdbsEl&id=100000030526884 

"Guardare e condannare gli effetti di una società e non considerarne la causa è l'errore più frequente da vent'anni a questa parte. Gli autori dell'imbrattamento sarebbero "l’ennesimo esempio della strafottenza di una gioventù che ha tutto e che, nonostante questo, risulta annoiata e cafona."
Si tratta di un'analisi comoda e semplicistica, probabilmente scritta di pancia (o almeno me lo auguro). La premessa di questo editoriale è stata "Non si generalizza, premessa indispensabile e giusta..", salvo poi titolare "Una gioventù cafona".
Salvo, ancora, pretendere che gli adolescenti di oggi possano, loro sponte, comprendere i sacrifici e la fatica che una comunità sopporta alla ricerca di budget.
Salvo, ancora, fare riferimento alla "superficialità di un’età che sembra giustificarsi costantemente dietro la spensieratezza che dice di meritare per diritto".
Se questo non è generalizzare, vogliate spiegarmi come si generalizza davvero.
Mi ripeterò: indicare il cielo e guardare il dito. Condannare la maleducazione e la noia adolescenziale e non cercarne la causa. Adolescenti che quando esprimono un loro pensiero vengono automaticamente ignorati e declassati a infanti e, quando invece commettono degli errori, li si condanna invocando la responsabilità in quanto ragazzi cresciuti e non più bambini. Anche questo è generalizzare?
Mi permetto di farlo per ribattere ad armi pari. L'amaro in bocca l'ho avuto io leggendo, ancora una volta, una critica generalizzata alle nuove generazioni la quale, vale la pena considerarlo, si innesta perfettamente nella dialettica politica di oggi. Risposte semplici a questioni complesse.
Avrei voluto leggere, invece, che gli autori di questi imbrattamenti, probabilmente studenti e dunque minorenni, non sono stati educati al rispetto e alla bellezza del bene pubblico. Avrei voluto leggere che la responsabilità di questi gesti è attribuibile anche e, oserei dire, soprattutto a chi ha il dovere di guidare le nuove generazioni.
La responsabilità di ogni loro errore è nostra e forse, quando ce ne renderemo conto, sarà davvero troppo tardi: i ragazzi saranno cresciuti e condanneranno i prossimi come abbiamo fatto noi."

Gentile Lorenzo, sono l'autore del titolo ("Una gioventù cafona") e Le confesso che le argomentazioni contenute nella Sua lettera non mi hanno fatto cambiare idea. Lo rifarei identico semplicemente perché il gesto di scrivere sui pilastri di una chiesa è da cafoni (nel senso deteriore del termine) e da irresponsabili anche se si ha un'età compresa fra i 15 e i 18 anni.
Spero che gli autori delle scritte, insieme ai loro genitori, si facciano vivi, chiedano scusa alla Comunità di San Sebastiano e cancellino quei graffiti. Se accadesse mi "rimangerei" il titolo e sarei pronto a scusarmi con le persone serie che dimostrerebbero di essere. Cari saluti. (Dino Valente)