Senza titolo

Nicoletta Manni è già nella storia, non ne ha bisogno

Egr. Sig. Sindaco,   è notizia di rilevanza nazionale e con risonanza internazionale la nomina sul palco (cosa mai avvenuta nella storia) della nostra concittadina Sig.ra Nicoletta Manni ad Etoile del Teatro alla Scala di Milano. 
Com’è noto, qualche anno addietro, la nostra concittadina ha ricevuto il premio Città di Galatina “Beniamino De Maria”, prima e unica donna a riceverlo.  
Ora, Egregio Sig. Sindaco, Cecco Angiolieri scriveva: “se fossi foco arderei lo mondo”, ma io mi permetto di dire che, se fossi donna, farei molto peggio contro chi ha omesso di scrivere l’abbreviazione di un titolo di fianco al nome di Nicoletta, tra quelli incisi sulla grande lastra di marmo che campeggia nell’atrio d’ingresso di Palazzo Orsini.  
Infatti, sono lì riportati tutti i nomi dei premiati, dal primo, il Mons. Prof. Antonio Antonaci (1998) all’ultimo, il Prof. Sergio Fusetti (recentissimo); e tutti i nomi sono preceduti da un “Prof.”,  “Mons”,  “Dott.”, “Sen.”; poi però, si arriva a: “Nicoletta Manni (2018)” e dinanzi c’è un buco vuoto, enorme, un “pugno nell’occhio” per chi ha un po’ di sensibilità, rispetto ed educazione civica, ma, probabilmente, insignificante per altri.    La invito, pertanto, a voler far correggere l’”inappropriatezza”, affinchè non ci si debba più imbarazzare, dinanzi a gente che giunge da fuori nella nostra elegante e ormai prestigiosa città, come è successo a me quando quella lastra coi nomi è stata vista dalla Sindaca di Assisi, donna, che aveva appena sottoscritto un patto d’amicizia, riponendo fiducia nel nostro DNA socio-culturale.  
Laddove, non si abbia un’abbreviazione del titolo di Prima Ballerina della Scala (all’atto della premiazione questo era) è dovuto, quanto meno, il titolo di Sig.ra.  
La ringrazio.   Distinti saluti

Gentile Antonio Antonaci, non Le rispondo, ovviamente, a nome del Sindaco ma mi permetto di farLe osservare che, come Ella scrive, Nicoletta Manni è già entrata nella storia della danza (e non  solo). Non ha bisogno di titoli per essere individuata e ricordata.
Trent'anni fa Umberto Eco e Carlo Maria Martini (senza titoli!), in una conversazione registrata per il mensile Liberal, sostennero proprio questo: una persona che sia stata importante nel vero senso della parola non ha bisogno di titoli per essere ricordata e facevano addirittura l'esempio del Generale De Gaulle che i francesi evocano citando solo il suo nome "Charles". 
Nicoletta, come Carla Fracci, sarà ricordata per sempre con il suo nome di battesimo seguito dal cognome Manni. Non le serve altro neanche sulla lapide di Palazzo Orsini.
Ci pensi, forse è il caso di cancellare tutti i titoli inseriti su quel marmo accanto ai nomi degli altri nostri insigni concittadini. (Dino Valente)