Luigi Fracasso conquista la 'sua' Galatina

Un concerto memorabile per i 300 anni dalla costruzione della Chiesa del Carmine

“Nemo propheta acceptus est in patria sua” (nessun profeta è gradito in patria). La frase che i quattro evangelisti attribuiscono a Gesù ed è tanto usata per far intendere che è quasi impossibile ottenere successo nella propria città non vale per Luigi Fracasso. Il pianista galatinese di fama internazionale, domenica sera (21 aprile 2024), ha ricevuto, infatti, dai suoi concittadini il meritato riconoscimento alla sua arte. Una Chiesa del Carmine gremita ha tributato al virtuoso interprete di musiche immortali almeno quattro standing ovation e tanti minuti di applausi ma soprattutto gli ha dimostrato un affetto che raramente esplode nel corso di un concerto per pianoforte.
La Sonata in Do diesis min. op. 27 n. 2 (Chiaro di luna) di Ludwig van Beethoven nei suoi tre famosissimi movimenti (Adagio sostenuto, Allegretto, Presto agitato) aveva già conquistato i presenti rimasti in religioso e competente silenzio per tutti i quindici minuti di durata dell’esecuzione per, finalmente, scattare in piedi prorompendo in un fragoroso applauso.
Con le scene infantili di Robert Schuman op.15, Luigi Fracasso è, poi, riuscito a trasportare in una dimensione onirica le donne e gli uomini con gli sguardi fissi sulle mani di un artista che accarezzavano i tasti di uno strumento reso docile, gentile e capace di far affiorare i pensieri più nascosti.
Quando il “nostro” pianista ha attaccato e, per 17 minuti, ha eseguito la Ciaccona BWV 1004 di Bach nella trascrizione per pianoforte di Busoni, la “sala” ha cominciato a trattenere il respiro. Si intuiva la difficoltà di esecuzione del brano che spazia su tutta la tastiera e chiaramente richiede uno sforzo anche fisico e mnemonico che solo pochissimi esecutori possono esercitare. Luigi, alla fine, sembrava stremato e ognuno degli spettatori avrebbe voluto correre sull’altare per abbracciarlo e per ringraziarlo di aver donato alla sua Città un indimenticabile concerto.
L’applauso in piedi è terminato solo per ascoltare i due graditissimi bis.
Non potevano avere miglior esordio i festeggiamenti per i 300 anni dalla costruzione della Chiesa dedicata alla Vergine del Monte Carmelo. Lo ha confermato anche un emozionato e soddisfatto Antonio De Maria, priore dell’omonima confraternita che, dopo aver consegnato al maestro Fracasso una riproduzione del quadro della Vergine da secoli venerato dai galatinesi, ha annunciato, per i prossimi mesi, altrettanto interessanti iniziative.