Il Comandante della Capitaneria di porto di Genova ha approvato, nei giorni scorsi, il piano di riciclaggio della MN Mar Grande di bandiera italiana, la cui demolizione sarà eseguita a Genova presso i Cantieri Navali San Giorgio del Porto. Si tratta di un'ex cementiera costruita nel 1970, avente una lunghezza di 96 metri e una stazza lorda di circa 2800 tonnellate.
In origine la nave si chiamava Maria Dormio e trasportava granaglie a stiva libera. La Cementir, azienda proprietaria, decise di cambiarle il nome. A trasformarla in nave cementiera fu, nel 1994, la Nuova Metalmeccanica srl di Galatina. Tutte le carpenterie in acciaio vennero costruite nei due capannoni (voluti da Alberto Fortuzzi e Ninnillo Bellantuono) siti nella zona industriale di Galatina-Soleto (oggi via Praga 10) e poi montate a bordo della Mar Grande dagli stessi uomini che le avevano realizzate, in circa un anno di lavoro. I progetti erano del comandante Sergio Biasiol. A dirigere il reparto costruzioni della Nuova Metalmeccanica era Natalino Nardelli (il figlio Gianni si occupava dei disegni) e il responsabile del cantiere navale oltre che capo officina era Giovanni Gabrieli. L'amministratore unico dell'azienda era allora Raimondo Marcello Valente mentre Silvio Tartarini si occupava della contabilità.
Fino a qualche anno fa, la Nuova Metalmeccanica ha continuato a "prendersi cura" della Mar Grande, facendo, sotto l'attenta guida di Paolo Iaccarino, ispettore del Registro Italiano Navale (R.I.NA.) tutte le manutenzioni e i ripristini eseguibili presso il IV sporgente del porto di Taranto.
"Il cantiere Mar Grande - dice Carlo Bellantuono, attuale presidente del consiglio di amministrazione- rappresentò una esperienza ed una 'scuola' fondamentali per la nostra azienda. Sapere che la nave andrà demolita ci ha un po' commosso tutti. E' un ciclo che finisce ma è anche uno stimolo a continuare ad investire sul mare.
Da qualche anno la Nuova Metalmeccanica si occupa anche della costruzione di pontili (quelli di Otranto e San Foca, per esempio) ed opere portuali e, senza trascurare i suoi tradizionali settori di intervento (cementerie, costruzioni in acciaio) continuerà a muoversi anche all'estero in questa promettente direzione".
La nave si trova ora ormeggiata nel porto di Genova e sarà demolita in circa 90 giorni. È il primo caso di demolizione navale in Italia avviato ai sensi del Regolamento UE 1257/2013 e delle vigenti linee guida dell'International Maritime Organization, attraverso le quali vengono assicurate procedure compatibili per le matrici ambientali (aria, acqua, suolo) e, contestualmente, la sicurezza e la salute dei lavoratori. Con Decreto Ministeriale 12 ottobre 2017 il Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti (di concerto con il Ministro dell'Ambiente) ha, infatti, assegnato al Comando Generale delle Capitanerie di porto la vigilanza sulla corretta applicazione del Regolamento comunitario, affidando agli uffici territoriali del Corpo l'approvazione dei piani di ship recycling e l'esecuzione delle relative attività di controllo. Le operazioni prevedono una prima fase di alleggerimento con la nave in galleggiamento, seguita da una seconda fase in bacino nel corso della quale è prevista la rimozione di tutti i liquidi ancora presenti a bordo (oli residui, acque di sentina, etc.) e il taglio di tutte le lamiere, dalle sovrastrutture alla chiglia. Tutti i materiali pericolosi presenti a bordo - compreso l'amianto - sono stati rigorosamente inventariati e il piano di ship recycling approvato dall'Autorità marittima ha certificato il rispetto delle norme vigenti sulla gestione dei rifiuti e sulla prevenzione delle matrici ambientali. Tutti i rifiuti, prodotti dalla demolizione dell'unità, saranno quindi caratterizzati e soggetti a preciso tracciamento, con previsione del maggior recupero possibile presso impianti esterni al porto. Il procedimento di approvazione ha visto il coinvolgimento della Città Metropolitana di Genova, che a suo tempo ha rilasciato al cantiere "San Giorgio del Porto" l'autorizzazione integrata ambientale per l'attività di demolizione navale, di A.R.P.A.L., che ne ha approvato il piano di monitoraggio e controllo per tutte le fasi delle operazioni, nonché di una serie di altri enti interessati, a vario titolo, dall'attività di demolizione.
San Giorgio del Porto è l'unico cantiere italiano iscritto nell'elenco europeo dei cantieri autorizzati a demolire navi superiori a 500 tonnellate di stazza, potendo vantare una lunga esperienza nel settore delle demolizioni navali, tra le quali il relitto della Costa Concordia.
Nelle foto alcune fasi della trasformazione
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