Si è concluso intorno alle ore 15:30 il processo per direttissima a carico di Cosimo Damiano Vito. Il quarantasettenne galatinese che lunedì sera era stato arrestato dalla Polizia di Stato di Galatina con le accuse di violenza, resistenza e minaccia a Pubblico Ufficiale e lesioni personali, è stato condannato ad un anno ed otto mesi di reclusione ed è stato ammesso al beneficio dei 'domiciliari'.
Davanti al giudice De Benedictis l'imputato, difeso dall'avvocato Carlo Gervasi, ha sostenuto che non si è fermato una prima volta all'alt della Volante perché stava trasportando d'urgenza in Ospedale la moglie che si era sentita male. A sostegno di questa tesi, il suo difensore ha esibito il certificato medico del Pronto Soccorso galatinese.
Quando è stato bloccato e perquisito dopo l'inseguimento (aveva in tasca un temperino), Viti ha sostenuto di avere perso la pazienza perché voleva raggiungere al più presto il nosocomio di via Roma e, per sbaglio, ha ingranato la retromarcia, invece, della prima (ha spiegato che la minicooper ha le due marce una accanto all'altra) schiacciando involontariamente un piede di uno degli agenti. Al poliziotto sono stati riconosciuti 21 giorni di prognosi.
Lasciata la moglie in Ospedale, Viti si è poi rifuggiato a casa di una conoscente a Noha dove è stato sorpreso dai poliziotti.
Il Pubblico Ministero, Massimiliano Carducci, aveva chiesto per lui una condanna a due anni di reclusione. L'avvocato Gervasi, attraverso il patteggiamento, ha ottenuto i 'domiciliari' per un anno e otto mesi.
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Domiciliari per un anno e otto mesi a Cosimo Damiano Viti
Il quarantasettenne galatinese era stato arrestato lunedì dalla Polizia di Stato dopo che non si era fermato all'alt degli agenti
