Dio perché a volte sei così cattivo?

Tante case tirate giù in pochi secondi,  che lasciano commozione, disperazione e una rabbia profonda.
Non sono venute giù solo le case è venuta giù la storia, la cultura, la bellezza dei luoghi, la bellezza del paesaggio.
Si sono disintegrate famiglie, attività, comunità. Sconvolta una quotidianità che in quei posti scorreva lenta, tranquilla, immersa nel verde, nel pulito, nel rispetto delle tradizioni, tra campanili e chiese, stradine e ruscelli, tra salite e discese.
Tutto cancellato all’improvviso, tutto cambiato all’improvviso.

"Caro Sindaco, ci spieghi il brutto finale"

Caro Sindaco Cosimo Montagna, il fatto di conoscerLa da così tanto tempo e di aver frequentato insieme a Lei, la stessa sezione e vita politica, non so se mi consente la giusta obbiettività e il giusto distacco nel giudicare le cose. Sarei portato a credere ad ogni Sua parola ma non sarebbe né giusto né onesto.
Ciò premesso, non posso non farmi e non farLe delle domande,  nel prosieguo della presente, solo e unicamente per capire un po’ di più e meglio,  perché francamente non ho capito granché.

Andiamo a comandare

Parti da casa che è già tardi e tanta gente già dorme. Punti dritto verso quel posto, quel luogo, quella discoteca di cui si è parlato in spiaggia tutta la mattina. Dici no a quel ragazzo del Senegal che ti vuole vendere qualcosa e via anche a tutti gli altri che sono in fila e che man mano ti chiedono se vuoi qualcosa dei loro prodotti.
Entri e sei stordito, c’è musica a palla, si comincia a comunicare con gesti.

Il piacere di non lasciarsi

Sara 19 anni, George uno in più. Stessa scuola, stesso corso di studi universitario. Fu colpa del penultimo anno di liceo classico se i loro sguardi si incontrarono e poi si frequentarono. Sembrava una di quelle poche storie che non doveva finire mai e, invece, qualche anno dopo George era impegnato a studiare le parole che avrebbero dichiarato la prematura fine di quell’amore che nessuno dei due osò mai definire “grande”.

Noi faremo finta di non capire

Stavo tranquillamente raccogliendo le firme per indire un referendum sulla “BREXIT” della mia città  dall’Italia,  per poi proporre di farla diventare un allegro paese del Camerun quando fui raggiunto dalla tragica notizia della caduta del governo cittadino.-Il solito Peppino – pensai. Poi mi hanno riferito che non era neanche consigliere comunale e quindi non poteva essere stato lui.

All-inclusive

Se non ricordo male correva l’anno 2028 o forse il 2029 e noi ultimi sopravvissuti tutti intorno agli 80 anni, eravamo impegnati ad organizzare  una delle solite “rimpatriate”, forse l’ultima, dopo più di 10 anni dalla precedente. Quella volta decidemmo di  celebrarla  in un villaggio, un villaggio “all inclusive” della Basilicata. Avevamo appena prenotato e  già erano in tanti a saperlo, avevamo foto, recensioni  e programma di ogni serata. Insomma, in quel villaggio mancavamo solo noi.

Quella casa chiusa

Magicamente quando arrivava maggio, si cominciavano a vedere porte e finestre aperte. Si cominciava a fare qualche lavoro di potatura a piante e siepi, oppure si imbiancavano le parti esterne  o le stanze interne. Insomma si preparavano e si pulivano, poi dopo la festa patronale eravamo tutti nelle case di villeggiatura o di lavoro.

Le cose da non dimenticare

Difficile non ricordare quei sorrisi forzati, quei sorrisi smorzati, quegli sguardi che sembravano voler guardare altrove, quell’aria un po’  triste e un po’ preoccupata che girava in casa. La “firma” che l’INPS erogava era finita e di lavoro neanche un po’. Qualche giornata di lavoro che magari si riusciva a trovare, ci pensava il tempo impietoso di quell’inverno a non farla fare.

Io e mio fratello

A volte mi chiedo perché, un fratello così, doveva capitare proprio a me.
E sicuramente lui si starà facendo la stessa precisa domanda.
Io di sinistra, lui di destra.
Io del Milan,  lui Juve e via a litigare per un rigore concesso con troppa facilità alla sua squadra e negato con la stessa facilità alla mia squadra.
Le ferie in famiglia, un disastro. Io mare, lui montagna.
Io Maradona, lui Pelè.
Io Ligabue, lui Vasco.
Io Adidas, lui Nike.

Nera per caso

Era così nera che di sera neanche si vedeva ed era solo l’inizio di quell’ondata migratoria che, da lì a breve, sarebbe scoppiata. Capelli raccolti e occhi tristi e tanta voglia di liberarsi da quella condizione di “schiavitù”, tanta voglia di liberarsi di quelle infinite ore di lavoro, lavorate per pochi spiccioli e con disumana fatica.
Era questo che lamentava dopo più di un anno di sofferenza e rassegnazione, un anno interminabile.