Vizio di contraddittorietà

Gentile Direttore, vorrei sottoporre al giudizio dei Suoi Lettori un articolo della rubrica del Fatto Quotidiano del 13 giugno 2025 tenuta da Daniele Luttazzi (pag. 12). Questo per sfatare la chiacchera ipocrita di certo giornalismo che vorrebbe fare distinzioni pelose, in materia di democrazia, tra i cittadini ed i loro governanti, assolvendo i primi dalle mascalzonate dei secondi. Rinnegando, così, l'intimo e forte legame che ogni sistema autenticamente democratico instaura inevitabilmente tra governati e governanti, rendendo i primi corresponsabili delle azioni, anche criminose, poste in essere dai secondi.
Altro che appelli alla tolleranza di certe manifestazioni "goliardiche" (pseudo, post, neo, ecc. ecc. fasciste e/o naziste!), grazie anche alla quale siamo giunti, di fatto, alla rinascita del nazi-fascismo a parti invertite, le cui vittime sono, purtroppo, quei poveri disgraziati dei Palestinesi, che nessun ruolo hanno avuto nell'Olocausto e la cui unica colpa è stata quella di trovarsi da secoli semplicemente nel posto giusto (a casa propria!), ma nel momento sbagliato: il momento in cui la boria dei vincitori della seconda guerra mondiale, unita a formare una miscela micidiale con la giusta aspirazione del popolo ebreo, vittima dell'Olocausto (ma anche delle persecuzioni precedenti perpetrate in Europa e non solo) ad avere una patria in cui riposarsi. Ma allora - si potrebbe obiettare - come mai da ormai quasi ottant'anni stiamo assistendo a questo vero e proprio macello, senza riuscire a sciogliere questo nodo gordiano?
Il fatto è, a mio modesto avviso, che l'occidente, come al solito, ha affrontato male (cioè usando la violenza) e gestito peggio, nel prosieguo, il problema, cercando di fare Giustizia verso gli Ebrei attraverso il compimento di un atto di somma ingiustizia verso i Palestinesi pur di sopire i propri sensi di colpa per i crimini orrendi perpetrati a danno dei primi. Gli Ebrei, a loro volta, non si sono accontentati di avere giustizia, ma hanno preteso più di quanto spettasse loro: hanno, cioè, reclamato un diritto che nessuno al mondo può avere; quello di cacciare con la forza coloro che già da secoli abitavano quelle terre. Bisogna, peraltro, riconoscere, che già prima dell'esodo di massa, una minoranza di Ebrei (circa 500.000) conviveva pacificamente con i Palestinesi, su terre acquistate e pagate con denaro raccolto presso le varie comunità ebraiche sparse nel mondo.
L'odio dei Palestinesi verso gli Ebrei è esploso allorché questi ultimi, diventati molto più numerosi e spalleggiati dalle potenze vittoriose, hanno colto al balzo una risoluzione dell'Assemblea dell'allora neonata ONU, la quale "auspicava"
(N. B.: le deliberazioni assembleari dell'ONU non hanno effetto vincolante, mentre ce l'hanno le decisioni del Consiglio di Sicurezza) la creazione di due Stati: quello di Israele e quello di Palestina, previa suddivisione del territorio. A quel punto, come detto sopra, gli Ebrei hanno "fatto i furbi".
Non hanno atteso che si compissero le ulteriori trattative per la determinazione dei confini, ecc., e fosse emanato l'atto (vincolante) del Consiglio di Sicurezza, ma, anche approfittando di un po' d'indecisione da parte dei Palestinesi, con un colpo di mano (sempre sostenuti dalle potenze vittoriose) si sono impossessati di tutto il territorio, compreso quello che sarebbe spettato ai Palestinesi. L'ONU, invece d'interposi e fermare l'abuso compiuto, ha in sostanza preso atto passivamente della situazione venutasi a creare. E da quel momento sono cominciati i guai. I Palestinesi, aiutati da alcuni dei paesi arabi circostanti, hanno più di una volta mosso guerra ad Israele il quale, però, armato e foraggiato dall'Occidente (soprattutto dall'America) e protetto dalla stessa America attraverso il "veto" posto contro le determinazioni di condanna tentate dal Consiglio di Sicurezza (che vengono approvate solo all'unanimità), in tutti questi anni ha portato avanti, con l'approvazione della maggioranza degli elettori, una politica di sostanziale "apartaid", di disconoscimento dei diritti dei Palestinesi, di vessazioni varie che sono sempre più aumentate, anche a causa del sorgere ed affermarsi di movimenti terroristici palestinesi, fino a giungere ai nostri giorni, che vedono il primo ministro Netanyahu accusato di genocidio dalla Corte Internazionale a causa delle indicibili crudeltà che sta' perpetrando contro il popolo Palestinese.
Per tornare alla premessa, nell'articolo di Daniele Luttazzi, il quale, su input di una lettrice, cita a sua volta un articolo di Haaretz, uno dei principali giornali israeliani, il quale critica le migliaia di ebrei che hanno firmato una lettera aperta per dissociarsi dai crimini contro l'umanità commessi a Gaza da Netanyahu e soci, sottolineando un vizio di contraddittorietà da parte di coloro che, in qualità di elettori, hanno mandato al governo questi partiti e questi personaggi proprio sulla base di un programma che prevedeva "un diritto esclusivo e inattaccabile all'intera terra di Israele", la "promozione e lo sviluppo di insediamenti in ogni parte della terra di Israele", e con risoluzione successiva la Knesset si opponeva "alla creazione di uno Stato Palestinese, ecc."