Manni e De Donno, l’eternità nel cuore più che nel marmo

Ieri una cerimonia obbligatoriamente sommessa, ma emozionante, per l’assegnazione del Premio De Maria alla ballerina della Scala e al Procuratore della Repubblica.

Manni e De Donno, l’eternità nel cuore più che nel marmo

 

La diversità tenuta insieme da un denominatore comune, quello dell’eternità. E non sono forse eterni i concetti di giustizia e sacrificio che Antonio De Donno e Nicoletta Manni fanno propri nella loro quotidianità? Sono di Cristina Dettù, assessore alla cultura per Galatina, le parole che più di altre hanno il sapore del futuro, le parole di una giovane donna che ringrazia un’altra giovane donna, sua compagna ai tempi del catechismo, prendendola come esempio: “La passione può e deve essere il motore della nostra vita e Nicoletta ne è la dimostrazione. Ma oggi premiamo anche la legalità, la tenacia, la saggezza di un padre di famiglia prima ancora di un Procuratore della Repubblica. A entrambe queste personalità il mio grazie più di cuore per quello che ci avete donato”.
Gli interventi, pur brevi, sono stati però vari, a partire dall’onorevole Giorgio De Giuseppe:  “L'assegnazione del premio De Maria è un momento da vivere con grande e corale partecipazione da parte di tutti. E sono contento che oggi per la prima volta ci sia anche una donna tra le eccellenze perché è un modo per riconoscere il grande contributo che le donne danno allo sviluppo di questa città. De Maria dal cielo ci sta seguendo e ne sarà felice”.
Marcello Amante, sindaco di Galatina e presidente della Commissione che ha assegnato i premi, commosso ha voluto sottolineare quello che lo stesso De Giuseppe ha ribadito. “Sarebbe bello che i giovani coltivassero il sogno di vincere questo riconoscimento – afferma il primo cittadino – e avessero un uomo come De Maria come esempio e come obiettivo. Se è vero che gli uomini sono giudicati dalla storia, la storia sta consolidando sempre di più i valori di De Maria e oggi li rivediamo in due eccellenze come il procuratore Antonio De Donno e la ballerina della Scala Nicoletta Manni. Due mondi diversi accomunati dal rigore. Un vero orgoglio per Galatina”.
Un breve intervento anche dal prefetto di Lecce Maria Teresa Cucinotta: “Non avrei mai pensato di partecipare a questa cerimonia nelle vesti di chi deve andare via – dice Sua Eccellenza, fresca di trasferimento a Catanzaro – Me ne vado con dispiacere. Il Salento mi ha dato un calore incredibile e lo sento gemellato con la mia Sicilia. Il lavoro va fatto sempre con passione e gli esempi che onoriamo oggi ce lo dimostrano” .

Molto emozionati i due premiati che nei ringraziamenti si sono stretti alla Città e alle persone più care.

“Ringrazio mio padre, che mi ha insegnato il senso dell’onore e del dovere – dichiara Antonio De Donno - don Fedele Lazari, mio educatore e formatore, che mi ha insegnato il senso del rigore e dell'intransigenza. Padre Antonio Febbraro, educatore e amico, che mi ha fatto comprendere l’importanza  della tolleranza e del rispetto. Cataldo Motta, mio maestro, che mi ha dimostrato cosa significa la determinazione. E poi ringrazio tutte le forze dell'ordine, gli operatori giudiziari e naturalmente la mia famiglia che mi ha accompagnato anche negli anni in cui la mia incolumità era messa a rischio. E permettetemi un grazie a mia madre che tutte le sere dice una preghiera sperando che vada tutto bene”.

Nicoletta Manni si è detta onoratissima. Dalla piccola frazione di Santa Barbara, lasciata all’età di 12 anni, ha fatto un lungo cammino, ma nel suo cuore il Salento continua ad avere un posto privilegiato: “Senza la mia famiglia non sarei arrivata dove sono ora – afferma -  Mi capita di andare in giro per il mondo e sono felice di rappresentare la mia Città ovunque, sempre con il massimo orgoglio. Il mio sogno? Danzare a Galatina. Spero si possa realizzare presto”.