Viviamo un momento storico in cui il benessere psicologico viene finalmente riconosciuto come parte integrante della salute globale di una persona. Negli ultimi tempi, purtroppo, assistiamo alla promozione di diverse iniziative di “psicologia pop” che, se pur animate da buone intenzioni, spesso si rivelano poco allineate ai principi fondanti della nostra disciplina. Alcune di queste, come il cosiddetto “psicologo in spiaggia”, rischiano di generare confusione nella cittadinanza, impoverire l’intervento psicologico e, soprattutto, di screditare la professionalità e la serietà del nostro lavoro. Partiamo dall’inizio, ovvero da cosa significhi promuovere la salute mentale e come poterlo fare in modo etico, competente e rispettoso della nostra professione. Promuovere la salute psicologica non significa semplicemente “rendere visibile lo psicologo”, ma significa offrire contesti accessibili e protetti, in cui la cittadinanza possa accrescere la propria consapevolezza emotiva, sviluppare competenze relazionali e affrontare le sfide della vita quotidiana con strumenti adeguati. Argomento diverso è la promozione della figura professionale dello psicologo, che ha anch’essa la sua dignità, ma non può e non deve essere confusa con azioni estemporanee o visibilistiche, dove il professionista viene messo in scena più come attrazione che come riferimento affidabile. L’Ordine delle Psicologhe e degli Psicologi ha il dovere di tutelare la dignità della professione e la qualità delle azioni rivolte alla collettività. Per questo, invitiamo le colleghe e i colleghi a riflettere con attenzione su dove e come ci proponiamo al pubblico. Contesti improvvisati o troppo informali, come stabilimenti balneari, supermercati o eventi di intrattenimento, possono minare la relazione di fiducia che è alla base di ogni relazione di aiuto. Promuovere la salute non è “semplificare lo psicologo”, ma renderlo comprensibile, accessibile, riconoscibile nel suo valore. Come Ordine professionale sosteniamo ogni iniziativa che elevi il ruolo dello psicologo nella società, all’interno di una cornice chiara, per evitare derive promozionali non adeguate. Invitiamo tutte le professioniste e i professionisti a un esercizio collettivo di responsabilità e consapevolezza: il nostro ruolo sociale è prezioso e non può prescindere dalla coerenza con i nostri principi etici e scientifici. Solo con serietà, competenza e rispetto possiamo davvero fare la differenza nella promozione del benessere psicologico della collettività.
Lo psicologo in spiaggia? L'Ordine pugliese ha qualche dubbio
