L'in-credibile Mistero del Giovedì Santo

L'in-credibile Mistero del Giovedì Santo

L’Eucaristia è forse il più “in-credibile” fra i Misteri del Cristianesimo. L’uomo guarda un pezzo di pane ed un calice di vino e, se ha il dono della fede, vede il Corpo e il Sangue di Cristo. Fu lo stesso Gesù a istituire il Sacramento nel corso dell’Ultima Cena, “nella notte in cui fu tradito”, di quel giovedì che poi verrà detto “Santo”.
“Ora, mentre essi mangiavano -si legge nel Vangelo di Matteo- Gesù prese il pane e, pronunziata la benedizione, lo spezzò e lo diede ai discepoli dicendo: "Prendete e mangiate; questo è il mio corpo". Poi prese il calice e, dopo aver reso grazie, lo diede loro, dicendo: "Bevetene tutti, perché questo è il mio sangue dell'alleanza, versato per molti, in remissione dei peccati. Io vi dico che da ora non berrò più di questo frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo con voi nel regno del Padre mio".
In questo giorno, i fiori sugli altari di tutte le chiese non sono, dunque, l’omaggio ad una salma ma un segno di adorazione verso il “Figlio di Dio incarnato e fatto uomo”.
L’uso della parola ‘Sepolcri’ per indicare gli altari della reposizione risale probabilmente all’ottavo secolo quando l’idea che si voleva dare non era quella del trionfo della vita ("Non è qui. E' risorto") ma del lutto e della morte.
Anche quest’anno non sarà possibile, a causa delle restrizioni dovute alla pandemia, fare il tradizionale pellegrinaggio fra le cappelle cittadine scambiandosi gli auguri per Pasqua. L’appuntamento è rimandato al prossimo anno.

Nella foto l’altare della reposizione della Parrocchia San Sebastiano a Galatina.

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