Le scarpe degli altri

Ero stato invitato ad un convegno presso l’ università di Bari, dove si sarebbe parlato di “immigrazione”. Non sarei mancato per nulla al mondo, non aspettavo altro, alla presenza del Magnifico Rettore, di un assessore in rappresentanza della Regione, della preside della facoltà di sociologia e di tante altre personalità, avrei esposto il mio modesto pensiero.
Non avrei detto che occorre costruire muri ma poco sarebbe mancato. Insomma avrei sostenuto la “tesi” che non si poteva andare avanti così.

Stabilimento Colacem di Galatina fermo, lavoratori in cassa integrazione

La crisi nazionale del settore edilizio e la contrazione  dei mercati esteri hanno portato all’apertura per 13 settimane della cassa integrazione, che è già iniziata dal 9 gennaio scorso, per i lavoratori dello stabilimento Colacem di Galatina.

"Dentro di te il fanciullino"

Bello e messo in posa. Eccomi qui, pancia in dentro e petto in fuori. Capelli spettinati, piedi scalzi, occhi ribelli. Sono proprio un figurino, spaccherò il mondo da grande. Un bel respiro e mano sul fianco, orgoglioso di mostrarmi in tutta la mia bellezza. Fisichino gracile, magliettina e pinocchietti niente male, infondo mamma me lo dice sempre che sono un bel bimbo. Ah, la mia mamma, lei è la migliore, le voglio un sacco di bene e anche al mio papà. Da grande vorrei tanto essere forte e in carriera come lui, un uomo tutto d’un pezzo.

La mattanza dei "difettosi"

Oggi più che mai, i “difettosi” sono uomini e donne ma anche ragazzi e ragazze che hanno il “germe” dell’incorruttibilità e della fedeltà. Le parole e i “difetti” che più allarmano il potere, sono: sanità mentale, valori morali, cultura e merito. Questo miscuglio, è un cocktail che fa paura alla stragrande maggioranza dei prepotenti che hanno scelto una carriera basata sulla confusione, sul profitto economico e sul dominio intellettuale e spirituale attuato attraverso l’insegnamento e la scelta degli autori, che forse non ci siamo mai accorti di quali poteri abbiano anche da defunti.

"Anche con il riordino mi tengo strette le eccellenze"

Gentile direttore, ho letto e apprezzato molto la lettera scritta dal figlio di una paziente per ringraziare il dottor Paolo Tundo e il personale del reparto Infettivi dell’Ospedale di Galatina.

Professionalità ed umanità nel reparto infettivi del Santa Caterina Novella

Gentilissimo dottor Paolo Tundo, sono il figlio della Signora D. R., venuta a mancare nei giorni scorsi nel vostro centro Infettivi di Galatina. Vorrei esprimere la mia gratitudine a voi tutti, visto che io e la mia famiglia abbiamo trovato una grande disponibilità da parte vostra e una forte partecipazione ad ascoltare e cercare di risolvere al meglio i nostri problemi.

TOD MACHT UNS FREI

Buonasera, sono un ragazzo di Galatina, di 14 anni e frequento l'istituto professionale Scarambone Lecce. Sin da piccolo amo scrivere poesie, soprattutto in giorni particolari. Uno di questi è la giornata della memoria, infatti ho deciso di scrivere una poesia.
La mia è una richiesta, mi piacerebbe se per la giornata della memoria venisse pubblicata la mia poesia. Grazie e spero accetti la mia richiesta.

“proMemoria, la necessità di ricordare”

Ricorre quest’anno il diciassettesimo anniversario dalla promulgazione in Italia della Giornata della Memoria (stabilita dalla legge n. 211 del 20 Luglio 2000 il 27 Gennaio, data in cui l’Armata Rossa liberò il campo di concentramento di Auschwitz in Polonia, mostrando al mondo l’orrore e le barbarie compiute nei lager nazisti). E Galatina, nel suo piccolo, si prepara a commemorare.

"Contrada Scorpo è al buio e piena di buche"

Gentile direttore in pochi righi le descrivo i disagi di alcune famiglie di Galatina e le chiedo se è possibile publicarle. C’è una legge, la numero 10 del 1977, che, così indicata, nessuno riconosce perché è più nota come "La Bucalossi". Quella norma stabilisce che il diritto di edificare spetta all’amministrazione pubblica che concede la licenza di costruzione a patto che paghi gli oneri di urbanizzazione e gli oneri di concessione. Non si tratta di piccole cifre.

La neve di Alice

“Ti lascio Alice per un po’. Giusto il tempo di fare un paio di commissioni urgenti. Ci vediamo più tardi”. Ed io, la cugina più grande, per tutti Annì,  da pronunciare con inconfondibile accento francese, mi trovai con la cuginetta più piccola a dover trascorrere la mattinata.
Era inverno, faceva anche molto freddo ma la neve non si decideva a venire giù. L’aspettavamo soprattutto per Alice, dieci anni, che non l’aveva mai vista.