Grazie, zio!

Grazie, zio!

Mi invitano a ringraziarti, caro Marcello. E lo dovrei fare chiamandoti come in realtà difficilmente sono solita rivolgermi a te. Ma proviamoci. La gratitudine è a mio avviso un sentimento che dovrebbe prediligere il silenzio della discrezione dei rapporti personali, ma sei un personaggio pubblico e se c’è chi è più abituato al modus agendi della D’Urso, cerchiamo di coinvolgerlo e accontentiamo anche questi gentiluomini senza spina dorsale.

Grazie, zio, perché da quando sei sindaco di Galatina ho avuto modo di scoprire che in questa città, a cui ho giurato amore eterno, tra la gente perbene, e per fortuna ce n’è tanta, si nasconde purtroppo anche quella viscida ipocrisia che avvelena le cose buone. Ora so bene da chi devo tenermi a debita distanza, non fosse altro per non entrare in contatto con la puzza dell’ossessione che qualcuno emana ormai da almeno due anni.

Grazie, zio, perché da quando ti sei buttato nella grande e difficile avventura della politica ho però conosciuto anche professionisti in gamba, persone che guardano a questo paese con l’umiltà di chi si sporca le mani e non chiede, non alza la voce perché ha sempre argomentazioni fondate che non hanno bisogno di megafoni, non balbetta perché non si strozza con il livore di cui qualcuno deve invece alimentare l’inconsistenza della propria elucubrazione.

Grazie, zio, perché da quando sei il punto di riferimento di questa amministrazione, ho avuto lo sprone ancora più forte a mettermi in gioco. Grazie, zio, perché nello stimarti ho riscoperto il piacere del sacrificio, che pur conosco da tempi lontani. Se c’è da fare qualcosa per questa città, la faccio, senza se e senza ma.

Grazie, zio, perché da quando indossi la fascia tricolore, so per certo che Babbo Natale non esiste, che non ci sono doni che arrivano da strani percorsi nello spazio di storie inventate. Esiste però chi Babbo Natale lo ha ucciso nell’ulcera sanguinolenta del suo stomaco, troppo indaffarato a digerire i propri insuccessi per accorgersi che c’è anche chi si spende senza imbrogli, senza tangenti, senza pacchi infiocchettati, senza illegalità. E spesso si spende con criterio, pensando a ciò che fa, mettendoci passione e tentando di trovare il modo migliore per rendere un servizio utile a tutti.

Grazie, zio, perché da quando ti dedichi in toto e quotidianamente a una città difficile, ma sempre bellissima, come Galatina, davvero viene spontaneo mettersi “a cuore scalzo”. Chi non ce la fa preferisce dare altro tipo di spettacolo, calandosi le braghe e confondendo i ventricoli del muscolo più importante del nostro corpo con le natiche di una zona che evidentemente gli è più congeniale, stando seduto tutto il giorno a cercare un senso al proprio vivere, specchiandosi nel monitor ormai stanco del suo pc. Più di questo non sa fare, ma è giusto accettare tutti, anche chi è limitato alla visione e alla contemplazione del proprio ego e ci gira intorno.

Grazie, zio, perché è proprio per te che oggi mi faccio una bella risata e lascio pernacchiare le malelingue al vento.
Occhio ché, se gira tramontana, un po’ di saliva acida potrebbe ricadervi addosso.