Si è svolta domenica 10 novembre 2024, a Galatina, la celebrazione del Giorno dell'Unità Nazionale e della Giornata delle Forze Armate. Secondo il protocollo gli esponenti politici, quelli delle Forze Armate e dell'Ordine, gli iscritti alle associazioni combattentistiche e alla Società operaia, le rappresentanze studentesche si sono riuniti a Palazzo Orsini.
Alle ore 10, guidati dal Sindaco Fabio Vergine, hanno raggiunto la Chiesa Madre per partecipare alla Messa celebrata dal parroco don Lucio Greco.
Al termine del rito religioso il corteo si è riformato in Piazza San Pietro e si è snodato fino alla lapide "Roma o Morte" posta davanti all'ingresso secondario dell'ex Liceo Colonna (oggi Biblioteca comunale 'Pietro Siciliani') dove è stata deposta una corona d'alloro.
La processione laica è poi ripartita in direzione di piazza Alighieri con i bambini che sventolavano compunti la bandiera italiana.
Le note del silenzio fuori ordinanza suonate mentre il tricolore veniva issato sul pennone a sinistra del Monumento ai Caduti hanno, come sempre, commosso tutti. Una corona d'alloro è stata posta ai piedi del Milite Ignoto accompagnata dall'Inno di Mameli.
La parola "pace" e la speranza che cessino tutte le guerre hanno riempito tutti i discorsi ufficiali da quello degli studenti del Liceo Colonna in via Stazione, a quello dei loro 'colleghi' più piccoli del Polo 1 e Polo 3, dall'intervento della figlia di Antonio Ancora (ultimo reduce della battaglia di El Alamein morto a 102 anni lo scorso anno) a quello del Sindaco che ha affidato l'impegnativo compito di 'costruttori di pace' a tutti i rappresentanti delle nuove generazioni.
Erano presenti il colonnello Giuseppe De Blasi, galatinese, comandante del reggimento Cavalleggeri di Lodi (15°), il colonnello Gianfranco Liccardo, comandante del 61° Stormo, il maresciallo Osvaldo Leo per i Carabinieri, il vicequestore aggiunto Andrea Toraldo per la Polizia di Stato.
La Polizia Locale era rappresentata dal comandante Luigi Tundo.
Suggestive cerimonie si sono svolte anche a Santa Barbara, Collemeto e Noha.
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