Una telefonata ci ha svegliato nel cuore della notte. Marco Ottaviano non c'è più. Siamo di colpo pietrificati, senza sapere cosa dire. Ci sembra assurdo. Iniziamo a vestirci con addosso una strana sensazione e ci mettiamo a fare chi Rivabella-Galatina chi Santa Caterina-Galatina ripensando a tutto quello che abbiamo vissuto con lui.
È assurdo. Questa è la frase che abbiamo sentito ripetere più spesso. Assurdo. Se n'è andato lui, una persona che per noi ha rappresentato tante cose. E tutte belle.
Marco Ottaviano era stato il maestro di tennis. Paziente, educato, composto, sapeva dare quel consiglio al momento giusto che faceva vedere l'allenamento o la partita sotto un altro punto di vista e, grazie ai suoi consigli quella partita, riuscivi a vincerla.
Marco Ottaviano, dopo le vicissitudini che ci hanno visto lontano dai campi lo abbiamo ritrovavo sulla terra rossa, ma questa volta dalla stessa parte. Siamo diventati giocatori del Circolo Tennis Galatina. E insieme siamo riusciti a compiere una “piccola” ma per noi “grande” impresa: quella di portare a casa la Coppa Puglia, che da tanti anni mancava al nostro sodalizio.
Nel 2009 la nostra impresa. La tua impresa, Marco. Perché senza quel tuo capolavoro negli ottavi di finale contro il Monopoli non ce l'avremmo fatta. La finalissima a Foggia, poi, ci ha regalato momenti indimenticabili, che spessissimo ricordavamo, davanti a quei quadretti fotografici che ritraevano i momenti salienti e la premiazione. Ma Marco ha avuto la forza, la costanza ed è stato guidato dall'amore per il tennis, però, anche per mettersi a fare il direttore sportivo.
E da dirigente, oltre che da sportivo, è riuscito a dare lustro al nostro circolo. Ma non solo per le vittorie sul campo, anche per il modo elegante, gentile, istruito e competente di svolgere il suo compito. E nel frattempo, mentre lasciavamo e riprendevamo il tennis tante volte, Marco ci regalava la sua amicizia. Che era qualcosa che potevi toccare con mano, che potevi “sentire”. Non era solo una parola astratta “amicizia”, erano anche fatti. E comportamenti. Era un modo di fare, un modo di esserci vicino, un modo di parlarci. Un modo di approcciare a noi. Chi ha avuto la fortuna di conoscerlo sa di cosa parliamo. E oltre all'amore per l'amico, per Marco c'era anche l'amore per l'amore. Quello infinito e incondizionato per Loredana e Luca.
Quante volte ti abbiamo preso in giro Marco, quando con tua moglie vi chiamavate "amore mio"? Un amore profondo, puro, secco. La famiglia al primo posto. Questo era Marco Ottaviano.
Ecco perché oggi un’intera comunità piange la sua scomparsa. Senza darsi pace. Ognuno ha un ricordo di Marco, delle sue premure, della sua calma, della sua pacatezza anche nelle situazioni più difficili che la vita non gli ha di certo risparmiato, Marco è stata una persona unica. In quella notte tra il 14 e il 15 luglio 2024 abbiamo perso un amico. Un grande amico. Ecco perché ci siamo precipitati nel cuore della notte a salutarti ma soprattutto a vedere se era vero, perché fino all'ultimo abbiamo sperato che non fosse vero. Purtroppo abbiamo potuto constatare che avevamo perso un grande amico rimpiangendolo subito. E se nella vita terrena non ti troveremo più al nostro fianco, la nostra memoria continuerà a mandarci frammenti della tua persona, così speciale. Cosi unica.