Guglielmo Stasi in Consiglio comunale: "La nostra visione di città"

"Puntare sui contenitori, sui polmoni verdi e sulle connessioni fra questi polmoni verdi"

Guglielmo Stasi, assessore all'Urbanistica della Città di Galatina, con un appassionato intervento  (durato poco meno di 15 minuti), tenuto il 23 settembre 2025 in Consiglio comunale(VIDEO) ha illustrato la "visione di città" dell'Amministrazione presieduta da Fabio Vergine. Lo riportiamo integralmente.
"Concedetemi 5 minuti perché vorrei fare un po' di chiarezza proprio prendendo spunto dall'importanza  e dalla strategicità di questo parco urbano che, come sapete, è inserito insieme ad altri discorsi in un discorso di richiesta di finanziamento pubblico per la sua attuazione. Devo dire, non non me ne voglia nessuno, ma da ingegnere che si dedica all'urbanistica da circa 40 anni, ho un certo fastidio a sentire parlare di visione della città, di strategie urbanistiche in maniera del tutto impropria.
Allora, consentitemi in 5 minuti di dirvi la mia su che cos'è la  visione di questa città e soprattutto qual è la visione di questa amministrazione di questa città.
Quando si dice che questa amministrazione non ha visione si dice una cosa molto falsa. Anzi, per aver visto forse più di 10 amministrazioni nella mia non giovane esperienza prima di dirigente e poi di assessore all'urbanistica, mai, come in questo  caso ho visto e ho trovato terreno fertile per applicarla veramente quella che è una visione della città.
Mi spiego nel modo più semplice e più sintetico possibile.
Parto da un dato di fatto. PUG 2005, previsione dei servizi all'interno dei comparti, comparti che all'80% non vengono in 20  anni attuati e trasformati. Di conseguenza i servizi che erano stati  pensati per questa città non vengono realizzati.
Lo spirito di quegli anni e di quello che è derivato dopo è stato sempre quello di attenzionare gli interventi del privato e di far passare in secondo piano gli interventi e i servizi di valenza pubblica.
Quando noi ci siamo insediati, la prima cosa che ho detto al sindaco (e devo dire il sindaco mi ha dato spalla totale rispetto a questa visione della città) è stata quella di puntare  al massimo sulla città pubblica. Come lo si fa? Come si fa, al di là delle parole a puntare sulla cosiddetta città pubblica che è la città del 1444/68 che è la città degli standard che non ci sono a Galatina perché Galatina è partita con i sogni dei 28, anzi sì 26 28 metri quadrati riguardati servizi per abitanti. Dal vero stiamo a 18.
Allora la prima cosa si sono sbloccati i comparti.
Voi vedrete che nel giro di un anno, un anno e mezzo al massimo, forse l'85 il 90% dei comparti di Galatina in parte già avviati, in parte saranno trasformati. Questo perché abbiamo creato le condizioni per farlo.
Se volete vi dico poi per chi ha un interesse specifico, senza tediare tutti quanti con una lunga disquisizione, vi posso poi nei fatti dire comparto per comparto quello che è stato fatto per disincagliarli da situazioni amministrative e giuridiche e diciamo di nuova attuazione.
Quindi si è puntato sulla città pubblica, si è puntato sulla rigenerazione urbana.
La rigenerazione urbana che è una parola di cui tutti si riempiono la bocca ma pochi sanno che cos'è, nasce nel lontano 2008 con la legge numero 21, legge regionale numero 21. Nessun comune della Puglia, men che mai Galatina, al di là dei proclami della  bellezza, perché fa molto radical chic parlare di rigenerazione urbana, ma nei fatti non è stato fatto niente.
Abbiamo colto l'occasione di un finanziamento di 5 milioni di euro per lanciare l'equazione della città pubblica che si sposa con la rigenerazione urbana.
Quindi, qual è la l'idea di rigenerazione urbana che si ha per Galatina? 
Puntare sui contenitori, sui polmoni verdi e sulle connessioni fra questi polmoni verdi. Questo significa le ville, Falcone, Borsellino, Stazione, Parco Urbano, ex cimitero, è quello che verrà e le connessioni fra queste cose.
Qual è l'effetto di questo di questa visione di questo tipo di operazione che si innalza contemporaneamente al di là della bellezza, perché quando uno porta le ville attrezzate, il verde nella città porta bellezza (e ce n'è poca dalle nostre parti), eleva significativamente il livello sociale ed economico della città, che è quello che sta accadendo.
Io vi dico che ad esempio parlando sempre di visione della città si era immaginato a nord di Galatina un mega intervento attraverso il polo integrato dei servizi della fiera, la riqualificazione della dell'area D3 e quello che si riuscirà a fare sul potenziamento delle strade a contorno.
Cosa significa questo? Significa che la D3, che poi incidentalmente ha visto come prima protagonista e la la l'insediamento del McDonald's, ma vi assicuro che è stato solo il primo in ordine di tempo.
Nel giro di un anno e mezzo lì tutti quei quattro ettari saranno interessati da insediamenti commerciali, hanno creato attrattività, in quel caso commerciale, cavalcando la legge regionale che equiparava i tre settori del produttivo industriale, commerciale, artigianale a ad alzo zero, quindi consentendo ai comuni di poter liberalizzare le destinazioni dei vecchi piani.
Cosa che noi abbiamo colto e guarda caso ora è arrivato McDonald's, domani arriverà Pinco Pallo, dopodomani arriva un altro.
Di fronte c'è un quartiere fiera per il quale c'è già un investimento di 1.ione8 sul primo capannone, ma a breve vedrete che cosa succederà sui 17 ettari al contorno.
Questo significa che la rigenerazione urbana diventa in questo caso rigenerazione e riqualificazione urbanistica perché si creano attività e attrattività per una città che dopo il PUG dicembre 2005 non ha visto niente, è andata marginalizzandosi progressivamente per una serie di motivi che, se volete, vi dico pure. Però questa è la realtà che ci piaccia o no.
Galatina è andata progressivamente morendo e ha avuto un calo che è registrabile anche dal numero delle trasformazioni delle concessioni edilizie rispetto addirittura al PRG del 1973.
Quando sono arrivato a Galatina (c'era il piano Panella), noi incassavamo il triplo rispetto a quello che incassiamo o che incassa il Comune della Galatina da 10 anni a questa parte. Questo è nei fatti, eh, non lo sto dicendo io. Possiamo prendere i registri dell'epoca e vi dico quanto è vero quello che vi sto dicendo.
Quindi una città che andava in una deriva di marginalizzazione completa rispetto a questo perché io ho sentito prima dire dalla consigliera Tundo che il Parco Urbano andava fatto in un altro posto. 
Sa perché sta lì il parco urbano consigliera Tundo? Glielo dico subito perché quella posizione è strategica in quanto quei due comparti stanno al limite dei territori costruiti di Galatina. Dopo  c'è la contrada notaro Iaco che è un quartiere che, per come è normato, è destinato a morte se non si interviene urbanisticamente perché non c'è convenienza a trasformarlo con l'indice dello 0,32 e subito dopo c'è la campagna.
Allora, nella nostra visione della città, c'è che quel parco diventa un punto di lancio per quello che si vuole fare nei territori con termini. Noi pensiamo, anche quando si è candidata Galatina a città della cultura, la prima cosa con cui ci siamo confrontati e abbiamo trovato subito trovata sintonia con con l'architetto Dellomonaco (direttore candidatura, ndr) è che Galatina iscritta baricentricamente in un contorno di comuni che sono il nostro territorio, che sono la campagna, la parte, io dico il salotto buono, che dovremmo valorizzare delle nostre città e la nostra campagna che è bellissima.
E allora si immaginava un percorso osmotico fra Galatina e attraverso piste ciclabili. Raggiungere punti di interesse dei vari territori intorno, creando una cosa che in Puglia non c'è, cioè una rete a livello intercomunale di punti di rilevanza paesaggistico, turistico, culturale e quindi anche economico
che creasse una rete e una riqualificazione complessiva del territorio.
Quindi passiamo dalle connessioni interne fra Villa Falcone, Borsellino, la la pista ciclabile.
Scusatemi, io non mi appassiono al marciapiede che è più largo e più stretto, lo voglio dire, non riesco proprio a pensare in quei termini. Io riesco a pensare in termini di connessione. Se il marciapiede è troppo stretto, lo allarghiamo, se è largo lo aggiustiamo, se non c'è il parcheggio si trova.
Sono problemi di di di scala inferiore, di di carattere meno importante.
Quello che è importante invece è capire che oggi c'è un'occasione che se colta prende questa città e la mette cent'anni avanti nello sviluppo di un territorio che non è più solo comunale, ma è un territorio sovracomunale, perché l'idea è quella, un'osmosi interna di rigenerazione urbana fra i polmoni verdi e poi esterna nella campagna attraverso i comuni confinanti.
Questa è la visione della città. Le altre sono, come dire, considerazioni per me insignificanti, scusatemi se lo dico chiaramente, sono considerazioni su come mettere la piastrella, come girare i 10 posti auto, non mi interessa assolutamente.
Io vorrei avere il parco urbano lì, vorrei avere il polmone verde dell'ex cimitero, le ville riqualificate, le strade e i percorsi di di raggiungimento di questi punti naturalmente riqualificati e soprattutto riqualificare l'approccio che hanno i cittadini con la città pubblica.
Sentivo dire nessuno ha fatto partecipare. Io so che  in occasione dei 50 anni della nascita delle leggi sulla sostenibilità ambientale celebrati a Palazzo della Cultura, non c'era quasi nessuno ed ho parlato a 10 persone.
Chiaramente mea culpa probabilmente non è stato pubblicizzato in modi adeguati. Faremo di meglio.
Dobbiamo tutti impegnarci a chiamare le persone perché la prima cosa da incrementare in questa visione c'è proprio il livello di partecipazione della cittadinanza, fare capire che la città un po' alla volta la stiamo restituendo al pubblico.
Non ci sono più i condomini delle zone B che non li vuole più nessuno. Non ci sono più gli interventi che convengono al privato con l'incremento di indici che poi, come vedete, non hanno portato a nulla.
Ci sarà invece il puntare a una città di servizi che, guarda caso, attraverso questa visione di cose porterà l'innalzamento del mercato immobiliare. Il mercato immobiliare di Galatina per effetto già di tre o quattro interventi già è salito di un 20-25%.
Se siamo bravi, Galatina diventerà, come dire, appetibile anche per gli interventi di fuori.
Ovviamente bisogna cambiare modo di fare politica. Lo dico io da, scusami sindaco, da poco politico, ma forse faccio più politica io di tanti altri che credono di fare politica.
Bisogna cambiare, come dire, l'angolo visuale di questa cosa. C'è un'occasione, Galatina capitale della cultura. Tutti a dire, eh vabbè, ma che vuoi fare? Sporchiamoci le mani.
Cerchiamo intanto di recuperare quello che il nostro Pug disatteso per 20 anni può ancora tirare fuori dal cilindro e poi dopo faremo una revisione anche in sede urbanistica della pianificazione.
Intanto oggi, con quello che abbiamo senza aspettare tempo, cerchiamo di fare il parco urbano, cerchiamo di fare il il polmone dell'ex cimitero, cerchiamo di riqualificare le ville, cerchiamo di farci andare la gente, cerchiamo di spiegare a queste persone che qualcosa può cambiare e che sono tutti potenziali protagonisti di questa trasformazione e cerchiamo di credere nel fatto che Galatina può alzare la mano e dire: "Ma forse come capitale della cultura, anche se non vinciamo perché c'è gente economicamente più forte di noi, la nostra la possiamo dire. Se facciamo per esempio quella rete di cui vi parlavo nel nel territorio esterno, possiamo farlo. Scusate lo sfogo."