Quando un padre

Il covid si è portato via l’imprenditore galatinese Mario Giurgola

 Quando un padre

È possibile conoscere una persona solo attraverso i suoi figli? Mario Giurgola, noto imprenditore galatinese, se n’è andato a 65 anni per complicazioni legate al covid. L’ho incontrato solo un paio di volte negli uffici della Giurgola srl per alcuni progetti lavorativi che hanno unito le nostre strade, ma non ho mai avuto modo di parlare davvero con lui. Ma con Andrea sì, con Floriana sì. Il loro animo gentile, la dolcezza dei loro sguardi e la sensibilità, che hanno sempre dimostrato, sono esempio concreto di come i figli possano prendere il meglio dei genitori e amplificarlo nella propria vita, facendosi testimoni unici di un passato che diviene ogni giorno presente nelle loro azioni. E proprio perché questa sensibilità è più che mai evidente in chi li conosce, posso solo immaginare come il distacco dal padre, in un modo così freddo e crudele come quello che ha usato quest’anno il coronavirus in tantissime famiglie, li abbia lacerati dentro lasciando in loro una ferita profonda.
Non sembrava che dovesse andare a finire così. La speranza ha sempre alimentato il cuore di tutta la grande famiglia Giurgola, pur consapevole della gravità della situazione. Poi arriva una sera che, senza alcun preavviso, ci si ritrova un po’ più soli tra tanti interrogativi e qualche rimpianto. Quando un padre chiude definitivamente la porta dietro di sé, il vuoto rimbomba.
Eppure chi ama nella totalità non deve rimproverarsi nulla. Andrea e Floriana hanno amato senza riserve il proprio papà, così come lui ha amato senza limite i propri figli, che con orgoglio aveva avvicinato alla sua realtà aziendale, nella certezza di affidare a mani sicure e forti parte del cammino intrapreso e dei tanti sacrifici fatti.
La tristezza di una dipartita in questo periodo è aggravata dall’impossibilità di una vicinanza che in tanti vorrebbero esprimere fisicamente alla moglie Daniela e a questi due giovani. Ma l’unione di anime si sta verificando comunque, sia con gli amici, sia con chi, come i medici e gli infermieri di Galatina e di Lecce, non ha mai perso in tatto e affabilità nel chiedere e nel trasmettere le notizie.
Andrea mi ha personalmente chiesto, se ci fosse stata l'occasione, di ringraziare tutti gli operatori sanitari che stanno vivendo un momento lunghissimo e molto complicato. La loro grandezza è sì nella professionalità, ma anche e soprattutto nell’umanità che non hanno mai perso, arrivando a commuoversi anche della perdita di chi non era un loro congiunto. A questo ringraziamento si unisce tutta redazione di Galatina.it che spesso interagisce con loro cercando di raccontare la loro quotidianità, i loro problemi e i loro desideri.
Ci auguriamo che le storie che ci arrivano dagli ospedali, pur nella loro tragicità, non lascino mai svanire nel caos di quello che accade altruismo, carità e fratellanza. Certe volte è l’unica consolazione.