"Nove colli running, 200,3 Km di sofferenza e soddisfazione" da correre in due giorni superando un dislivello di 3220m. Già il solo immaginarli fa tremare i polsi. Pensare di percorrere di corsa oltre duecento chilometri indubbiamente spaventa i più ma c'è un galatinese che, invece, lo ha visto solo come un traguardo da conquistare e lo ha tagliato diventando Campione Italiano Juta.
Franco Stefanelli, 65 anni, il 21 e 22 Maggio 2022, ha stupito la Romagna, arrivando quattordicesimo fra gli uomini e diciassettesimo nella classifica assoluta, in una delle "gare di endurance più estreme del pianeta".
Corre da cinque anni e, fra gare e allenamenti, macina, ogni anno, oltre 4000 chilometri. E' un ex-ferroviere delle Sud-Est e da due anni si gode, correndo, la pensione. Stupisce la semplicità con la quale racconta la sua impresa: "Si partiva da Cesenatico e, dopo aver superato nove colli si tornava nella cittadina romagnola. La gara è già di per sé una delle più dure al mondo ma, quest'anno, è stata resa ancora più difficile dalle condizioni climatiche. Si è corso con una temperatura di 35°C. Durante il percorso molti atleti si sono ritirati.
Mi ero iscritto un mese prima e, già da allora, ho cominciato a non dormire la notte".
"A preoccuparmi erano i cosiddetti 'cancelli' (ce n'erano otto). Sospira, Franco, mentre ricorda e racconta- In pratica bisognava trovarsi ad un certo punto del percorso entro un tempo stabilito e dopo aver percorso una certa distanza fissata. Ero preparato perché avevo già effettuato altre gare sui 100km e di 24 ore.
Ho cercato di presentarmi ai cancelli sempre con circa una mezzora di anticipo in modo da accumulare tempo per gli ultimi 40km che sapevo sarebbero stati i più impegnativi.
Durante il percorso, anche di notte (in questo tipo di gara si corre di continuo senza mai dormire, ndr), camminando ho mangiato per tre volte la pasta condita con olio e parmigiano. Bisogna tenere allenato anche lo stomaco oltre a bere acqua e sali minerali. Molti si son dovuti ritirare colpiti dalle nausee.
Sono andato avanti per 160km, fino al settimo durissimo colle. Qui non mi quadravano più i conti. Avevo perso tutto il vantaggio temporale accumulato. Sono stati momenti difficili. Ho incontrato un podista che stava per ritirarsi ma io avevo bisogno di qualcuno che mi corresse accanto e mi stimolasse a continuare. Sono andato avanti spingendo come potevo. Volevo fortemente la medaglia (pesa 700g proprio a significare il peso della sofferenza). La nove colli è durissima perché è da finire in trenta ore altrimenti sei fuori. Il mio tempo è stato di 29 ore e 18 minuti.
Per me è stata una vera favola di sofferenza e gioia. Il settimo colle mi ha portato al settimo cielo. Ringrazio Francesco Cannito, un veterano, un amico che mi ha dato i consigli (che ho seguito alla lettera) su come impostare la nove colli. Questa gara ha valorizzato non solo me ma Galatina e i galatinesi e di questo vado orgoglioso".

