Quello che doveva essere la celebrazione della band salentina più famosa. Quello che sarebbe stato lo spettacolo che avrebbe proiettato Galatina nel gotha del turismo nazionale ed internazionale. Quello che sarebbe stato ricordato come la punta più alta dell' "epopea verginiana", si sta rivelando un vero e proprio boomerang per la nostra Città. Perché ora non si tratta più di censurare l'organizzazione di uno spettacolo, di tentare di tutelare l'immagine della Città, ipotizzando inesistenti reati di "lesa maestà", qui si tratta di aver compiuto una attività amministrativa in spregio alle istituzioni, manifestando una totale incapacità, inadeguatezza ed irresponsabilità.
L'avere chiesto di utilizzare un bene sequestrato alla mafia ed averlo ceduto a privati, che hanno lucrato su quel bene, è una condotta a dir poco illegittima, che viola il principio fondante del "Codice Antimafia" e cioè che la gestione dei beni confiscati o delle somme ricavate dalla loro gestione devono essere versate nel Fondo Unico Giustizia per il risarcimento delle vittime dei reati di tipo mafioso.
Questa è l'unica e vincolata destinazione che può essere data a quelle somme, non quella di arricchire un privato.
Ora, attendiamo che il Sindaco, se è ancora in tempo e prima che l'operato della Amministrazione sia sottoposta al vaglio delle autorità di controllo, compia quanto necessario per recuperare e versare quanto lucrato da quel kartodromo, nell'unico ed esclusivo interesse della Città, che - questa volta si - subirebbe un gravissimo danno di immagine.