“Articolo completamente scollegato dalla realtà, degno del più attuale modo di fare giornalismo. Maledetta propaganda! Ma che si deve fare per un minimo di onestà intellettuale?!” In queste tre righe Vera Antonaci sintetizza, in maniera esauriente, tutti i commenti che sono stati pubblicati nel gruppo facebook “Sei di Galatina se” in calce al post che riprende un intervento di Galatina Altra riguardante la situazione della zona oltre il “Ponte San Giovanni (Picaleo)”.
Potrebbe sembrare una delle innumerevoli polemiche che ogni giorno si scatenano sui social sugli argomenti più vari. In realtà il tema posto è fondamentale e va affrontato e discusso proprio mentre la campagna elettorale è appena iniziata e si presume che i toni andranno sempre più crescendo.
Ha ragione la signora Vera: è fondamentale distinguere il giornalismo dalla propaganda.
In tutte le formazioni politiche è invalsa ormai l’abitudine di fornire a tutti i giornali e ai vari blog locali degli articoli preconfezionati. Hanno la forma del “pezzo” prodotto in redazione, con tanto di apparente cronaca (di parte) e dichiarazioni virgolettate del politico di turno, ma nella sostanza sono pura e semplice propaganda.
Questa attività si moltiplica sotto elezioni. La maggior parte dei blog pubblica tutto quello che riceve senza nessun vaglio giornalistico e senza neanche fornire al lettore informazioni sulla fonte di ciò che mette in pagina.
È questo ad ingenerare i dubbi e le conclusioni di Vera Antonaci.
Ma nello stesso errore cade anche un’addetta ai lavori come Sara Cassano: “Non abito a Galatina da ormai 10 anni, ma da copywriter leggere “questo articolo”, non può che farmi chiedere “ma chi lo ha scritto?!” Proprietà di linguaggio impeccabile, ma sembra la descrizione di Bagdad. Suvvia, se lo spirito voleva essere quello di stimolare la rimessa in sesto di questo quartiere, avete dato solo il colpo finale! Avreste dovuto spiegare perché MERITA di essere preso più in considerazione descrivendone il potenziale in maniera più allegra e non come una donna che sforna figli e conigli (case)”.
“Mi viene veramente da chiedere se un giro l‘avete fatto -incalza Rosaria Pellegrino- prima di descrivere tutto questo degrado. Mi sembra una mancanza di rispetto per chi ci vive e bene pure. A volte bisogna essere obbiettivi e meno di parte”.
Il punto è proprio questo. Chi ha redatto l’intervento è andato nel quartiere e ne ha fotografato gli aspetti che lo fanno apparire degradato. Chi lo conosce (Mimino Mengoli) sostiene invece che “è un quartiere di periferia ben tenuto e curato. Negli ultimi 10 anni sono stati fatti passi da gigante”.
Chi ha ragione? La mediazione giornalistica avrebbe potuto fornire più elementi di conoscenza. L’autore del pezzo che, probabilmente, mirava solo alla propaganda di stampo elettoralistico si è fatto prendere la mano dai toni cupi e anche le foto sono state virate in bianco e nero.
“Nessuno nega che ci sono cose da sistemare che chiediamo da decenni e che da decenni ci promettono ad ogni nuova elezione – è la conciliante considerazione di Maria Luce Quarta- ma il linguaggio utilizzato non è quello corretto purtroppo.”
Va bene (ammesso che sia utile) per la propaganda ma, per piacere, non consideratelo giornalismo!
"Oltre Ponte Picaleo un orizzonte senza colori"