Gentile Direttore, mi consenta di ricordare, ad una settimana dalla sua scomparsa, il carissimo Angelo Teco. Ho avuto l'onore di essere suo amico e per me è stato un maestro di gentilezza e di buone maniere. Non era un semplice giornalaio era, soprattutto, un generoso donatore di sorrisi.
Vorrei, se me lo permette, offrire ai lettori di galatina.it una riflessione di Daniele Mauro, apparsa su facebook e letta ai funerali di 'Angiulino'. Essa coglie il tratto fondamentale di questa bella persona che i galatinesi, ne sono certo, non dimenticheranno:
"C’era una volta un gentiluomo. La mattina di buon’ora pedalava lento. Attraversava piazza S. Pietro, si immetteva in corso Vittorio Emanuele e pedalando,salutava sempre, tutti. Sempre! Con un sorriso aperto ma mai sguaiato, dietro a spessi occhiali grandi e robusti. Angelo Teco era un nobil’uomo nei modi e nei fatti. Apparteneva ad una aristocrazia cittadina che non era di status ma di attitudine, di modo, di pensiero, di azione, di parola. Non so se sarò in grado di esprimere al meglio il mio concetto ma ci proveró. Il signor Teco possedeva un piccolo locale adibito a rivendita di giornali e riviste proprio accanto al sedile, attuale sede del corpo di polizia municipale a Galatina. Se per alcuni era una semplice edicola, per molti quel piccolo locale era un luogo di garbo e compostezza dove non ci si limitava ad acquistare un giornale o una rivista( molte delle quali di stampa estera introvabili se non nel capoluogo di provincia)ma ci si soffermava a disquisire sul tempo, i cambiamenti, la città, sempre lontani dal facile pettegolezzo o lo spicciolo e inopportuno commento. Il sarcasmo era bandito. Quel piccolo locale di pochi metri quadri rappresentava un passaggio per chi, già fuori dagli schemi del ‘paese’ leggeva oltre le righe, per se stesso, senza ostentare nulla, non avendone la necessità. Centro di raccolta di interessi di quella aristocrazia d’animo e non solo di blasone che un tempo ha accumunato le diverse anime della nostra amata città. Se una rivista non si trovava in giro si diceva: Se nu la tene l’Angiulinu … è difficile ca la trovi. Era lì che con la moglie, nascosto tra le riviste lo si scorgeva dietro un banchetto a far conti e resi. Io, preso per mano a quella di mia madre, lo ricordo così. Ricordo l’odore intenso dell’inchiostro e lo stupore nel vedere quella mano sicura che pescava veloce la rivista richiesta dal cliente. Ma come farà a ricordarsi mi chiedevo. Se ne va un altro frammento dell’anima del nostro centro storico. Lo ricordo con questa foto. Segnava così le riviste che teneva da parte per i suoi clienti. Segnava,nonostante il tempo e gli anni che erano trascorsi, il cognome da nubile di mia madre. Lo ha fatto sempre sino alla fine della sua attività. Testimonianza di un tempo che ho vissuto solo nei racconti. Buon proseguimento Signor Teco e grazie per il ricordo che segna la mia memoria e quello di una città che è cresciuta anche grazie a Lei, testimone di un microcosmo che ci abbraccia con il racconto".
Angelo Teco maestro di gentilezza
