Lunedì 8 settembre 2025 l’inaugurazione a Galatina di un nuovo ristorante McDonald’s: proprio quello, la più famosa catena di fast food del mondo che, tramite la società Alonyal che gestisce il franchise in Israele da oltre trent’anni, ha fornito pasti gratuiti ai soldati che anche in questo momento bombardano Gaza.
A questa donazione vergognosa molti Paesi a maggioranza musulmana (ma anche la Francia) hanno risposto con un boicottaggio talmente efficace del McMenu da indurre la casa madre ad annunciare l’acquisto di tutti i 225 punti vendita in Israele. Non per questioni ideologiche, per decenza, per senso della misura; no, per, l’“impatto significativo sul business”.
Ecco, mentre è in atto lo sterminio del popolo palestinese per mano dello Stato di Israele e di chi lo supporta e lo finanzia; mentre il nostro territorio cerca con fatica di affermare e diffondere un modello di sviluppo sostenibile in difesa della sua identità culturale e del nostro pianeta, Galatina proprio non ce l’ha fatta a rinunciare al fascino di quella “M” gigante all’ingresso principale, a pochi passi dall’insegna “città del pasticciotto” (e della patata sieglinde), ma anche di quella che recita “città del 61° Stormo dell’Aeronautica Militare”, la scuola di volo presso l’aeroporto in cui si allenano decine di top gun alla guida di cacciabombardieri.
Come gruppo di uomini e donne salentini, riunitisi spontaneamente e in poco tempo attorno allo stesso sdegno, abbiamo manifestato allora il nostro dissenso, in un sit in di protesta pacifico, confrontandoci con molti dei presenti, informando i più giovani, raccogliendo l’inspiegabile indifferenza di molti genitori, assistendo increduli alla benedizione del luogo da parte del sacerdote e del primo cittadino.
Dallo scambio avuto con il sindaco Vergine (VIDEO) abbiamo raccolto l’informazione che l’“interesse” del Comune è raggiunto se viene riqualificata una zona che per trent’anni era in abbandono (“terra e sassi”) e che diventa “attrattiva”. Ebbene, pensavamo che l’“interesse” di un’amministrazione locale fosse prima di ogni cosa quello di promuovere una cultura di pace, di insegnare ai propri giovani il valore profondo della cultura da cui provengono e dare loro motivi per restare in questa periferia del mondo.
Raccogliamo dalla conversazione con il Sindaco anche la giustificazione che il Codice civile ed il Codice degli appalti non consentono all’ente pubblico di scegliere se autorizzare o meno un insediamento produttivo a seconda della categoria merceologica in questione, scoprendo così che il Comune di Galatina ha rinunciato all’esercizio del suo potere di indirizzo politico e della sua discrezionalità amministrativa, almeno in questo caso, privandosi del potere di scegliere se preferire al ristorante con la “M” grande, per esempio, l’insediamento di uno spazio di coworking oppure di un mercato ortofrutticolo a Km0. Se anche, per assurdo, così fosse, se davvero l’amministrazione di Galatina non avesse avuto scelta, la presenza del primo cittadino all’inaugurazione, simbolica, esaustiva, prima e molto più di ogni parola, la troviamo grottesca e almeno di cattivo gusto, mentre dall’altra parte del mare, anche grazie al supporto di McDonald’s, si soffre e si muore.



