Elezioni e regolamentazione dei giochi in Puglia

Elezioni e regolamentazione dei giochi in Puglia

Otto candidati, tre dei quali possono essere considerati “forti”: questa la situazione in Puglia in vista delle elezioni regionali di domenica e lunedì prossimi. Oltre al governatore in carica Emiliano, che aggrega gran parte del centro-sinistra (non Italia Viva, che ha candidato Ivan Scalfarotto), sono in corsa Raffaele Fitto (centro-destra) e Antonella Laricchia (Movimento Cinque Stelle). Per quanto riguarda i giochi, la legge che attualmente disciplina il settore sembra in pericolo soltanto in caso di affermazione pentastellata.
La normativa in vigore, riferisce Agipronews, è stata infatti approvata il 5 giugno 2019 con i voti di tutte le forze politiche, fatta eccezione appunto per il M5S. Si tratta di un testo preso largamente a modello in altre regioni italiane, come punto di equilibrio tra le istanze di prevenzione e cura del gioco problematico e la tutela di aziende e lavoratori del settore.
Secondo la legge pugliese, in vigore dal 2013 ma modificata appunto l'anno scorso, le nuove autorizzazioni all'esercizio dei giochi non vengono concesse nel caso di ubicazioni in un raggio inferiore a 250 metri da una serie di luoghi sensibili: istituti scolastici primari e secondari, università, biblioteche pubbliche, strutture sanitarie e ospedaliere e luoghi di culto.
Nella formulazione originaria, la legge prevedeva un distanziometro a 500 metri e l'elenco dei luoghi sensibili era più nutrito. Sparita anche la possibilità data ai comuni di individuare altri luoghi sensibili. Il punto nodale (e il più discusso) della riforma riguardava la sorte delle attività già esistenti prima dell'entrata in vigore della legge.
Secondo il testo del 2013, si sarebbero dovute adeguare al distanziometro entro il dicembre 2018. La legge di modifica ha annullato la scadenza, esonerando definitivamente dal distanziometro le attività già esistenti. Quanto alla formazione, per i gestori di centri scommesse e spazi per il gioco con vincita in denaro, nonché per tutto il personale, è stabilito l'obbligo di frequentare con cadenza biennale corsi organizzati dalle aziende sanitarie locali.