E' scomparsa Nicla Guido e Galatina è più povera

Caro Dino Valente, ti comunico che da oggi Galatina è senz’altro più povera. Ma non dal punto di vista economico (a quello ci pensa già il sistema che si riempie la bocca di Pil, probabilmente per intortarci meglio con un po’ di paillettes), direi invece dal punto di vista intellettuale, se non proprio culturale.
Nel caso non lo sapessi già, questa mattina è venuta a mancare la signora Nicla Guido, una donna galatinese che ho conosciuto sul social network che credo in loco vada ancora per la maggiore, vale a dire Face-book. Certo, al di là della “massima espressione di libertà” e soprattutto della sua “gratuità” di cui, in merito, nutriamo la nostra personale religione delle illusioni, la suddetta piattaforma non solo molto spesso si comporta da gendarme orwelliano delle verità ufficiali (cassando le note stonate, quando non bloccandoti addirittura per un tot di giorni), ma in molti, ormai troppi casi è stata convertita in un’antologia di insulsaggini, trasformandosi di fatto in un’enorme perdita di tempo.
Nonostante tutto, senza questo social non avrei certamente conosciuto persone degnissime, interessanti, belle, integre, con un pensiero autonomo, indipendente cioè da quello diciamo ortodosso e dunque tendenzialmente unico: e questo è stato il caso di Nicla Guido che spesso ha commentato i miei post e gli altrettanti articoli su Noha.it con una sagacia e una mordacia di raro acume.
Nicla non le mandava a dire, si esponeva, chiosava argutamente il comunicato di questa o quella cosiddetta Istituzione, aborriva i post emozionali strappa-like, sentiva puzza di sfruttamento da miglia di distanza, le cantava di santa ragione al ducetto o alla du-Cetta di turno nell’impari lotta contro l’analfabetismo funzionale mai disgiunto da becerume di certi gregari, si faceva beffe del piccoloborghese che è in noi, riusciva sempre a vedere l’altra faccia della stessa medaglia, irrideva i perbenisti gementi e chiagnefottenti in questa valle di lacrime: cercava insomma di far comprendere che la vera democrazia non si misura dal consenso ma dal livello di dissenso.
A fronte dei suoi atti di igiene politica, intellettuale e democratica, non solo riceveva pochi “mi piace” (e ci mancherebbe pure che le voci stridule ricevano ovazioni dalle platee), ma sovente diventava bersaglio di quella cosa spregevole che nello slang imperiale si definirebbe shitstorm. Si sa che durante il Ventennio 12 professori universitari su oltre 1200 rifiutarono il giuramento fascista.
Orbene, come quel pugno di docenti – che ci rimisero la cattedra - salvò la dignità dell’università italiana, se non dell’Italia intera, così questa donna minuta ma irriducibile ha provato a salvare la dignità di Galatina e dintorni. Ecco perché all’inizio, nell’annunciarti la sua scomparsa, parlavo di immiserimento della nostra città. L’ultima volta che vidi di persona la mia amica, il 4 ottobre scorso, fu a Noha alla presentazione del canto XI del Paradiso che tenni in chiesa madre insieme al prof. Giovanni Leuzzi. Era malata, ma sfidando con gran decoro il suo tempo ci tenne ad ascoltare le parole del Poeta che mi ritrovai (indegnamente) a proferire davanti a tutti estraendole a memoria dalla voce. Alla fine della Lectura Dantis, prima che se ne andasse, corsi da lei per salutarla cordialmente. Ma non riuscii a proferire parola nell’abbracciare quello scricciolo ormai implume: la mia voce si infranse di commozione.

10 gennaio 2023