Ciao Pablito, “che la terra ti sia lieve”

Il commosso ricordo di Paolo Rossi nelle parole di Antonio Aloisi che ebbe la fortuna di conoscerlo

Ciao Pablito, “che la terra ti sia lieve”

Aveva la battuta simpatica del toscano di Prato, dove era nato, e lo sguardo misurato del veneto di Vicenza che lo aveva adottato e lanciato nel calcio. Come pochi aveva unito questo Paese, fatto di insopportabili Guelfi e Ghibellini, facendoci vivere momenti indimenticabili di vera gioia e di orgoglio di Patria. E io avevo dato concretezza a quella felicità dando un secondo nome a mia figlia aggiungendo Azzurra ad Alessandra.
Quando dopo alcuni anni ho avuto la possibilità di conoscerlo di persona e di chiacchierare con lui, ho scoperto anche il suo garbo, la sua quasi timidezza nel far conoscere una grande competenza sportiva non urlata non sottolineata ma autentica e appassionata perché vissuta fino in fondo.
Tanti infortuni gli avevano indebolito le ginocchia e, forse anche per questo, non aveva continuato a vivere da protagonista sui campi dopo aver smesso di giocare. Ma, amico carissimo di Enrico Varriale, era tornato a parlarci di calcio in tv. Bravo, intelligente, amato. Ci ha fatto sognare facendoci vivere da Campioni del mondo, nel 1982, momenti indimenticabili. Vorremmo in tutti i campi e ogni giorno Italiani così.
Ciao Pablito, “che la terra ti sia lieve”.

Paolo Rossi, ex calciatore e campione del mondo con l'Italia nel 1982 in Spagna è morto all'età di 64 anni