Coronavirus, primo decesso nell'Ospedale di Galatina: è uno dei pazienti trasferiti da Copertino

Primo decesso all’ospedale di Galatina nell’ambito dell’emergenza sanitaria legata al coronavirus. Si tratta di uno dei pazienti trasferiti ieri da Copertino, in seguito alla chiusura del reparto di Medicina Generale. La notizia si è diffusa rapidamente nella mattinata. Non si hanno, per ora, altri particolari. Il dato certo è che nella Palazzina De Maria medici e infermieri del Reparto di Malattie Infettive stanno lavorando a ritmi serratissimi per affrontare una situazione complicata come la gestione di tanti casi che stanno risultando via via positivi ai tamponi del covid-19.

Trasferiti 13 pazienti da Copertino a Galatina per due nuovi casi di coronavirus

L’intero reparto di Medicina Generale chiuso e 13 pazienti trasferiti da Copertino a Galatina. La decisione è stata dettata da due nuovi casi positivi al covid-19 riscontrati nella struttura, tra cui un’infermiera, entrambi trasportati al “V. Fazzi” di Lecce. Sono in corso ulteriori approfondimenti, ma non si può più negare il focolaio sviluppatosi a Copertino. Sono stati infatti almeno cinque i casi accertati.

Nuovo ricovero a Galatina per Coronavirus

Non si ferma il lavoro di medici e infermieri dell’ospedale di Galatina che quotidianamente gestiscono l’emergenza coronavirus. Di ieri sera è il ricovero di un nuovo caso positivo. Si tratta di una donna, moglie di un uomo ricoverato a Lecce già da alcuni giorni.

Era tempo di provvedimenti più duri: Italia "zona protetta". I contagiati aumentano di oltre 1500 in un giorno

Le scuole chiuse fino al 3 aprile, la serie A ferma, i locali con la saracinesca abbassata entro le 18, spostamenti autorizzati solo per comprovati motivi di salute e di lavoro: tutta l'Italia diventa zona protetta. L'avanzare a ritmi serrati del coronavirus (oltre 1500 contagiati in più in un giorno) ha spinto il premier Conte a nuovi provvedimenti, più duri di quelli già in atto.

Coronavirus, usare la razionalità è diventata la vera emergenza

Quasi un assalto, come per un'oasi in mezzo al deserto. Ma il Pronto Soccorso non può e non deve essere luogo del rifugio a cui la paura ci spinge per la nostra incapacità di controllarne l'istinto.
L'ospedale di Galatina si sta attrezzando per gestire un eventuale aumento dei casi di contagio da coronavirus, ma per farlo non può avere i suoi spazi di triage e di emergenza affollati da chi ha sintomi sospetti e corre a farsi sottoporre al tampone.

Donna Italia

Ogni luna nascosta ha imprigionato nella sua luce il volto di una madre. Ci sono gli occhi di una donna che non piange, ma che si lacera dentro perché non vuole altro che proteggere i suoi figli.
Ogni luna nascosta ha in sé il silenzio di una figlia che vorrebbe difendere i suoi genitori dall'avanzare dell'età che ne rende vulnerabile il cuore.

Laurearsi ai tempi del coronavirus: dottori in videoconferenza

San Sebastiano, tutta la città in festa

Fedeltà, coerenza e intercessione. Mons. Vincenzo Pisanello, vescovo di Oria, cittadino galatinese, dall'ambone dell'altare della "tenda" sul colle, racconta la storia di S. Sebastiano attraverso queste tre parole, chiare, semplici eppure dal significato profondo. Al martire patrono della Polizia Locale ha voluto affidare il lavoro che quotidianamente i vigili urbani svolgono a servizio della comunità.

Fino al prossimo atto

"Decedevano tutti". Il comunicato dei Carabinieri sull'incidente della circonvallazione Galatone-Seclì ha il tono di un bollettino di guerra. Quei quattro morti, alle 8:30 del mattino di ieri, in una giornata iniziata con il tremore della terra e l'ennesimo interrogativo sul perché il mondo si stia ribellando in questo modo, scrivono una terribile pagina di cronaca, non solo per il Salento.

Non siamo vivi

Siamo già morti, almeno una volta. Tutti noi siamo già finiti faccia a faccia con il buio del non ritorno, almeno una volta.
Crediamo di essere vivi, invece siamo dei risorti. E spesso non ci accorgiamo di quanto valore abbia questa rinascita. Non possiamo rimanere in attesa di una nuova morte, che pure verrà in questo labirinto di gioie e dolori che è lo stare sulla Terra. Abbiamo il dovere di fare della nostra resurrezione vera luce per chi non può uscire dalle sue tenebre.