Ieri una comunità affranta ha dato il suo ultimo saluto ad un padre, ad un lavoratore, ad Umberto Guerrazzi. La chiesa era gremita di persone che hanno voluto testimoniare con la presenza il loro “grazie corale” così come ha detto don Pietro Mele durante la sua omelia. Un grazie corale ad un uomo che ha speso la sua vita tra la famiglia e il lavoro, i pilastri sui quali ha costruito tutta la esistenza. Valori che ha trasmesso alle sue figlie e ai suoi nipoti.
Persona buona, amata e stimata da tutti che ha contribuito con il suo lavoro a creare le condizioni per un benessere sociale di una Galatina operosa. Tante le ragioni per l’affetto, che non solo io nutrivo, per Umberto Guerrazzi.
Per me è stato come se si fosse rinnovato lo stesso dolore di quando ho perso mio padre. Un dolore che ti stordisce e che ti fa realizzare subito di aver perso un punto di riferimento importante.
Tanti i momenti trascorsi insieme con la sua famiglia. Era sempre premuroso verso la sua Pierina. Amava i suoi generi come se fossero figli e i suoi nipoti erano la sua gioia infinita. Le sue figlie le guardava con occhi amorevoli dai quali traspariva tutto l’affetto che provava. Era coccolato, amato e stimato e lui ricambiava quell’amore dedicandosi completamente a loro.
Con lui si parlava di politica, di economia, di progetti. Non c’era argomento che non fosse in grado di affrontare e tenere le fila del discorso. L’ultima volta che ci siamo incontrati ha dimostrato uno spirito e un attaccamento alla vita come si trova in poche persone. Mai scoramento ma la speranza di uscire presto per fare i suoi giri in villa insieme ai suoi amici più cari.
Con chiunque parlassi fuori dalla nostra Galatina, non c’era nessuno che non lo conoscesse. La sua impresa è un fiore all’occhiello della nostra Città. Impresa storica, nata nel secolo scorso, ereditata dal padre e ampliata grazie alla competenza, professionalità e lungimiranza dei Fratelli Guerrazzi.
Ora tocca a Gabriella, Raffaella e Francesca, raccogliere il testimone e andare avanti, così come lui ha insegnato. Per lui il primo pensiero era il lavoro, ai clienti, agli operai che amava come fossero figli ed era ricambiato con lo stesso affetto. Ieri sono stati loro ad accompagnarlo fuori dalla chiesa, quasi abbracciandolo nel suo ultimo viaggio. Che la terra ti sia lieve “Mesciu Umberto”. Sei stato un esempio per tutti noi e per i tuoi cari che avranno l’orgoglio di poter dire che hanno avuto la fortuna di averti amato stimandoti!
Un "grazie corale" a mesciu Umberto Guerrazzi
