“A pensar male del prossimo si fa peccato ma si indovina"

I pudori di un vecchio comunista e le buche di via Guidano

“A pensar male del prossimo si fa peccato ma si indovina"

Come diceva un vecchio statista, ora scomparso: “A pensarci male quasi sempre s’indovina”. Una massima sempre attuale alla quale non sfuggono in tanti. La fine dell’anno appena trascorso è stato animato dal febbrile lavoro, che ha bloccato nella giornate prefestive il traffico cittadino e suscitato le sacrosante proteste di tanti cittadini, per “toppezzare” o rifare parte del manto stradale di alcune strade di Galatina, Collemeto e Noha.
Alcuni mesi fa, quando venne pubblicata la delibera dei futuri lavori, non pochi furono coloro che avrebbero voluto conoscere i motivi della scelta delle strade da rigenerare. In tanti si chiedevano se l’individuazione fosse libera da condizionamenti o favoritismi, da personalismi, od altro. Qualcuno si spinse a ricordare fatti accaduti nel passato remoto, allorquando ad essere favoriti erano amici degli amici, compagni di banco o di gioventù, amanti segrete, anzi segretissime. Altre strade, infatti, avevano bisogno di interventi urgenti: nella foto Via Giovanni XIII, nei pressi della Parrocchia San Sebastiano.
Per rinfrescarsi la memoria è bene ripassare l’elenco delle strade: Via Monte Rosa, Via Papadia, Via Novara, Via Petrarca, Via Spoleto, Via Macerata, Via Lucca, Via Metauro, Via Martiri d’Otranto, Via De Ferraris, Via Montebianco, Via Vernaleone, Arco Nachi, Via Emilia, Via Giulia, Via Monte Cassino, Via Cafaro, Via Galluccio, Via Guidano (Galatina), Via Rimini, Piazza Italia, Via Padova, Via Fiume, Via Rovigo (Collemeto), Via Benedetto Croce, Via Agrigento, Via P.pe Umberto, Via Maddalena, Via Aradeo, Via Tiziano (Noha).
Facendo mente locale si possono trarre gradevoli sorprese. Un’ultima osservazione: la professionalità della ditta che ha eseguito i lavori, come si dice, a regola d’arte, ci ha risparmiato, al contrario di quanto accaduto di recente, la bruttura della copertura con bitume dei cordoli di scolo delle acque, ma occorre rilevare che alcune strade, Via Guidano in particolare, presentano pericolosi dislivelli dove insistono i tombini, che, al fine di non danneggiare il mezzo, costringono a virtuose gincane, e che saranno, c’è da scommetterci, la causa di nuovi contenziosi con il Comune.

Caro Ninì, ti confesso che l'incipit della tua lettera mi ha fatto sorridere e ricordare con nostalgia i tempi che furono. Da nativo comunista, quale sei, eviti di citare Giulio Andreotti, a cui però, come mai ti era accaduto in passato, riservi il titolo di "vecchio statista". A nove anni dalla sua scomparsa, è un bel riconoscimento da parte tua. 
Citi però in forma incompleta una frase che, ho scoperto, è solo attribuita a lui, perché, a quanto avrebbe rivelato lo stesso più volte Presidente del Consiglio, l'aveva sentita per la prima volta nel 1939 dal cardinale Francesco Marchetti Selvaggiani, Vicario di Roma.
Il cardinale a sua volta citava colui a cui va attribuita la paternità della frase: papa Pio XI (Achille Ratti), che la espresse nella forma: “A pensar male del prossimo si fa peccato ma si indovina (radici-press.net)”.
A parte questa digressione, per la quale mi perdonerai, sulle "buche" di via Guidano sono d'accordo con te. Mi chiedo però come si sarebbero potute evitare. Forse si poteva riportare il piano stradale sotto il livello dei tombini o raccordando il manto bituminoso in maniera più dolce? I tecnici comunali ci sapranno dare una risposta.
(Dino Valente) 

ph Andreotti livesicilia