“A occhi aperti”

“A occhi aperti”

Passeggiando fra i meandri della cittadina di Lecce in questi giorni, è possibile che spesso vi sentiate attraversati da sguardi sconosciuti, terribilmente veri, e quanto mai carnali, seppur per mezzo di fotografie dalla superficie liscia e solida. È la nuova squisita installazione fotografica “A occhi aperti”, ideata e diretta dagli artisti Flavio & Frank, ed esposta lungo il perimetro del Museo Castromediano, nella capitale del baracco salentino. L’esposizione, inaugurata la sera del 4 giugno, resterà visitabile fino al giorno 30 Agosto. Su pannelli dallo sfondo bianco, occhi e parole si mischiano: agli scatti dei fotografi sono state infatti abbinate delle citazioni di illustri scrittori, pittori e cantautori, tutte diverse fra loro, ma legate attraverso lo stesso filo: lo sguardo. Ad averle selezionate sono stati gli studenti del liceo classico P. Colonna di Galatina, che, grazie all’opportunità garantita dalla Dirigente Scolastica prof.ssa Maria Rita Meleleo, coordinati dal docente di storia dell’arte Massimiliano Cesari, hanno tenuto due incontri con i fotografi Flavio & Frank, il regista Gabriele Surdo, il direttore del Museo Luigi De Luca e la storica dell’arte Brizia Minerva. Protagonisti della mostra sono gli sguardi di 12 giovani dai tratti somatici differenti e multiformi, nati e cresciuti in geografie distanti fra loro, e finalmente, dopo un viaggio interminabilmente aggrovigliato, ricongiunti. All’interno del museo questa connessione si sente in modo ancora più pulsante e denso: per mezzo di tv e monitor sarà possibile osservare i ritratti in movimento, su un tappeto sonoro in cui il mare, vera connessione fra popoli e mondi distanti, riecheggia. Sguardi che si lasciano attraversare dall’obiettivo, ma che non hanno nessuna pietà davanti agli spettatori: si è infatti, fin dal primo istante, spezzati da questi scatti, che in un connubio irresistibile fra modernità e passato, si esibiscono in modo neutro e violento, spesso acerbo, ma mai banale. Sarebbe tuttavia limitante considerare solo gli sguardi come veri protagonisti di questa esposizione. La scelta di un’installazione accessibile a tutti, in qualsiasi ora del giorno, passando in bici, in macchina, o a piedi, fa capo ad un progetto molto più grande, complesso, e ricco di meraviglia. Squarciando dapprima gli occhi, e poi l’obbiettivo dei fotografi, infatti, è il museo stesso a parlarci, raccontandoci la sua essenza: essere uno scrigno per gli sguardi che ieri, oggi e domani, hanno voluto riconoscersi attraverso le sue opere, e hanno continuato a sorprendersi. Gli occhi non sono solo le labbra del museo, sono la sua essenza, in un cerchio infinitamente grande e vorticoso di bellezza, dentro cui scivolare è facilissimo. Occhi su volti moderni, ma che parlano una lingua impregnata in una coscienza e purezza fuori da ogni tempo: sono gli occhi non solo dei ragazzi fotografati, ma anche di tutti i pittori e gli artisti le cui citazioni correlano le fotografie. Sono gli occhi di chi occhi non ne ha, e di chi pur avendoli, pur provando disperatamente a vedere, non ci riesce, e si muove su un corpo che non sarà mai stabile, senza due occhi coraggiosi di essere aperti.
Ludovica D’Amico