Dove sono finite le rondini?

Dove sono finite le rondini?

Non mi sembrava vero, erano tornate di moda. Ed io che aspettavo da una vita, fui colto da un’improvvisa voglia di ammirarle, di aprirle, provarle. Erano le camicie degli anni ’60, a fiori, a pallini, disegni vari e in quel negozio  ne avevano tante. – Sono tornate di moda – mi dissero. Ero entrato per tutt’altra cosa ma mi inchiodai in quella parte di negozio davanti a quelle camicie che mischiavano nostalgia a ricordi.
Ma ahimè!!  Il fisico non era più quello di una volta e le camicie erano troppo affiancate. Quando finalmente ne trovai una un po’ più adatta a me non la posai più. Ne avevo avuto una simile una quarantina d’anni prima, l’ avevo indossata in occasione della festa di SAN PIETRO e per lavarla mia madre doveva strapparmela di dosso. La provai e la riprovai in quel camerino con quegli specchi che mi facevano vedere sempre “bene”. La pagai, non mi sembrò neanche tanto, e quella camicia diventò mia.  Quando a casa la riprovai non era già la stessa cosa, quei capelli bianchi mi stonavano e quei non pochi chili in più pure.
La misi giusto per fare un giro, ma non mi sentivo a mio agio, mi sentivo fuori posto, fuori luogo, fuori tempo, mi sentivo osservato.   E poi non c’era più il contesto, quei sapori, quei profumi, c’era troppo rumore, neanche una rondine, neanche una rondine a svolazzare nel cielo, a giocare nel cielo e poi  era sparita la primavera con quelle distese coltivate e quel grano che cresceva.
La ripiegai accuratamente la rimisi  in scatola e la regalai a mio figlio.  Su di lui era tutta un’altra cosa, ma indossava qualcosa che rappresentava un periodo che non aveva vissuto, che non conosceva nei suoi dettagli, nelle sue sensazioni, nelle sue emozioni. Era un indumento come tanti, come troppi, senz’anima, senza storia, solo una “moda” e quella camicia era tornata di moda.
Per me invece  era “storia”, era “contestazione”, era  “rivoluzione” e tanti ricordi.
Ci rimasi male ma contento, almeno ci avevo provato. In giro ne vidi un bel po’ e forse per questo ricaddi in tentazione. Ne comprai un’altra sempre stile anni ’60, forse era solo quella di prima che m’aveva dato quell’insicurezza, quella indecisione. Il completo era già pronto, aspettavo solo che tornasse il sole e il sole tornò puntuale dopo qualche giorno. La indossai tutto il giorno e attraversai tutte le piazze tra complimenti e rimpianti.
Per “via” di quella camicia ne ebbi da raccontare ed a volte ebbi anche l’impressione di annoiare. Ma io non mi fermai, continuai con la mia solita faccia tosta a fotografare momenti, a fermare istanti che forse non interessavano più nessuno. Insomma nel frattempo era cambiato il mondo e tutto era  maledettamente diverso. Mi resi ben presto conto che la bellezza di quegli anni poteva comprenderla solo chi come me quegli anni gli aveva vissuti.
Erano stati anni così belli, così diversi, così intensi d’aver lasciato in tutti noi tracce  di straordinaria bellezza, che ancora oggi, al pensiero, ci fanno emozionare, ci fanno ancora volare e forse ci fanno ancora sognare.