Studiare il meccanismo che causa il danno da radiazione nelle cellule, come si modifica il DNA e come si comportano le cellule tumorali nelle quali sono state inglobate e radiosensibilizzate nanoparticelle di materiali diversi sono tra gli scopi scientifici del progetto “SCIMIRAC - Sub-Cellular IMaging and IRradiation using ACcelerator-based techniques”, avviato dal CEDAD – Centro di Fisica Applicata fondato e diretto dal professor Lucio Calcagnile del Dipartimento di Matematica e Fisica “Ennio De Giorgi” dell’Università del Salento.
Coordinato dall’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica di Vienna, in partnership con centri di ricerca di eccellenza in Cina, Giappone, Singapore, Francia, Croazia e Spagna, fino al 2028 il progetto integrerà le attività del CEDAD in ambito biomedico previste nei progetti Bio Open Lab e PRP@CERIC.
«Il progetto si avvarrà delle tecnologie del CEDAD connesse con l’acceleratore Tandetron da 3MV», spiega il professor Lucio Calcagnile, «e in particolare del canale ionico “GINO”, che ho voluto dedicare al compianto Rettore Angelo Rizzo (del quale Calcagnile è stato il più stretto collaboratore per oltre un decennio prima della sua scomparsa prematura, ndr). Con la linea di fascio “GINO - Gruppo Integrato di Spettroscopie Nucleari e Ottiche”, le cellule verranno irraggiate con fasci di protoni dell’ordine del micron e con fasci laser per comprendere meglio i meccanismi fondamentali con cui le radiazioni ionizzanti interagiscono con la materia vivente. Un progetto di estremo interesse fondamentale e applicativo».
Il progetto è stato presentato nei giorni scorsi dal professor Calcagnile all’Università Nazionale di Singapore.