Si sono svolti questa mattina, 9 marzo 2024, a Roma, nella chiesa di Sant’Antonio da Padova (quartiere S. Giovanni) i funerali del nostro concittadino e amico Antonio Mele in arte MELANTON.
E' stata una cerimonia, sobria ed essenziale, sotto la pioggia. A partecipare sono state circa cinquanta persone: gli amici più intimi e alcuni disegnatori satirici fra cui Marco De Angelis, Lucio Trojano e Roberto Ma.
La salma, per volontà della moglie Teresa, sarà cremata, la settimana prossima a Civitavecchia, e le ceneri saranno raccolte e consegnate alla famiglia in attesa di essere tumulate a Gallipoli.
Nato a Galatina, Antonio si era “formato” al Liceo Classico “P. Colonna”. Laureatosi in Lettere e Filosofia presso l'Università di Lecce, nel 1969, nello stesso anno si era trasferito a Roma. Disegnatore, scrittore, saggista e storico dell'arte della caricatura, è stato tra le personalità più note della Satira e dell’Umorismo italiano.
Direttore artistico della Biennale internazionale dell’Umorismo e del Museo della Caricatura di Tolentino e curatore di varie Rassegne tra cui il festival del Cinema e del Teatro di Avignone in Francia e al Festival dei Due Mondi di Spoleto, fondatore della Collana editoriale ”l’Officina dell’Umorismo”, ha pubblicato numerosi cataloghi e libri di valore anche storico, fra cui un esclusivo volume dedicato a Federico Fellini.
Restano fondamentali le sue esperienze maturate all’interno delle redazioni di importanti giornali: il giornale satirico e umoristico Marc'Aurelio (1973), l’innovativo Satyricum del quotidiano la Repubblica (1979-91) e il Travaso delle idee (1987-89).
Per la RAI, in particolare, ha curato le illustrazioni per la serie Dieci fiabe di Italo Calvino e i disegni per la rubrica settimanale del TG2.
Numerose sono state le mostre personali tenute all’estero e in Italia, tra cui quelle nel Salento: Maglie, al Complesso culturale “l’Alca” (2008) e quella indimenticabile di Galatina, al Palazzo della Cultura (2013) con la partecipazione del grande Sergio Staino.
Notevole è stata anche la sua collaborazione (quasi 50 anni) con “il galatino” al quale l’amico Antonio era molto affezionato, scrivendo molto e per il quale ha espresso tutte le sue qualità artistiche per rendere il giornale, corredato dalle sue stuzzicanti vignette, più piacevole e stimolante.
Ho avuto il privilegio di conoscerlo e frequentarlo a lungo condividendo con lui le nostre reciproche esperienze e commentando, volontariamente, con uno sguardo di humor e ironia le vicende galatinesi.
Galatina ha perso uno dei suoi figli più creativi del secondo dopoguerra.
Antonio si è speso tanto per Galatina, soprattutto per quanto ha scritto e pubblicato su il galatino, in difesa della sua città natale, delle sue tradizioni e per la salvaguardia della sua radicata e gloriosa cultura.
Non sarà facile dimenticarlo. Rinnovo le sentite condoglianze alla moglie Teresa e alle sue due deliziose figlie ,Paola e Annalidia.
Nelle vignette inedite: Una famiglia (Mele) pugliese emigrata e lo scultore Armando Marrocco
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