Raid nei campi in provincia di Brindisi di meloni, pomodori e barbatelle di vite, con le lepri che divorano intere produzioni, mentre a nulla valgono le recinzioni per proteggere le coltivazioni. E’ quanto denuncia Coldiretti Puglia, dopo le ennesime segnalazioni di danni ingenti provocati dalle lepri nelle campagne, nelle aree prossime al Parco regionale delle Saline di Punta della Contessa. “In Puglia sono enormi i danni causati dalla fauna selvatica, con i cinghiali che distruggono le coltivazioni e attaccano gli uomini e gli animali allevati, come anche i lupi e i cani inselvatichiti, gli storni azzerano la produzione di olive e distruggono le piazzole, le lepri divorano letteralmente interi campi di ortaggi, i cormorani mangiano i pesci negli impianti di acquacoltura, con un danno pari ad oltre 15 milioni di euro”, denuncia Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia. Evidentemente non sono sufficienti – spiega Coldiretti Puglia - i dissuasori di tipo olfattivo a base di proteine animali, il divieto di immissioni di lepri europee ai fini di ripopolamento nei comuni di Brindisi, Torchiarolo, San Pietro Vernotico, confinanti con il parco regionale “Saline di Punta della Contessa”, oltre al contenimento numerico della popolazione degli animali selvatici, perché gli agricoltori continuano inermi a subire l’invasione delle lepri. “Gli agricoltori hanno provveduto invano a recintare a proprie spese con costi considerevoli le aziende agricole per difendersi dalle lepri che mangiano o rendono invendibili ortaggi e frutta. Si tratta di una situazione insostenibile – insiste il presidente di Coldiretti Brindisi, Filippo De Miccolis - che sta provocando l'abbandono delle aree interne, con problemi sociali, economici e ambientali”. E’ necessario un riequilibrio tra la funzione di presidio – aggiunge Coldiretti Puglia - svolto dalle imprese agricole e l’accresciuta consistenza delle popolazioni di alcune specie di animali selvatici e dell’impatto generato dai danni da queste causati. Le legge n.157/1992 contiene diposizioni che non risultano efficaci a contenere il fenomeno della fauna selvatica, né sul piano della prevenzione, né sotto il profilo del controllo numerico degli animali o del risarcimento dei danni. Coldiretti Puglia ha chiesto alla Regione Puglia una serie articolata di misure maggiormente efficaci in materia di gestione dei danni provocati dalla fauna selvatica, indirizzata alla riduzione sia numerica che spaziale attraverso le attività venatorie, le azioni di controllo della legge 157/92 e le azioni programmabili nella rete delle aree protette, al fine di compensare adeguatamente il danneggiamento alle colture e alle strutture aziendali da parte di grandi carnivori (lupi), ungulati (cinghiali), specie alloctone particolarmente invasive (storni, cormorani, ecc.), roditori (lepri), oltre che dalle forme inselvatichite di specie domestiche. E’ urgente un provvedimento regionale che autorizzi l’agricoltore – conclude Coldiretti Puglia - ad intervenire direttamente sul proprio fondo con tutti i mezzi previsti dalle azioni di controllo.
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