Lettera aperta al Sindaco di Galatina
"Gentile Signor Sindaco di Galatina, dalle lezioni di storia dell’arte al liceo, alle pellicole consumate nel cinema della città, l’arte è stata parte della mia vita sin da piccolo.
In un periodo di costante progresso nell’ambito tecnologico, da aspirante ingegnere ho l’occasione di notare nei miei diversi dipartimenti e collaborazioni inter-associative di cui faccio parte nella mia vita universitaria da fuorisede, non posso trascurare il problema di applicazione più grande che trovo nell’uso dell’intelligenza artificiale.
È con mia profonda delusione, che Le comunico quanto sono stato sopraffatto la mattina del 29 Marzo 2025 a vedere la sua promozione riguardante il progetto “La magica storia del pasticciotto”. Una storia che, benché magica, viene rappresentata, a parer mio, nel peggiore dei modi, in cui la nostra famosa “città d’arte” viene strappata dal suo titolo da una generazione (e non creazione) di arte in forma specchiata.
Non riesco a spiegarmi, nella più grande confusione, come l’intelligenza artificiale possa essere il miglior modo “romanzato, innovativo, originale“ per descrivere la leggenda del mio luogo di nascita in una grande occasione d’invito come la partecipazione ad un evento di grande importanza, una storia che continuo a raccontare ai miei colleghi di lavoro.
Non riesco a spiegarmi come, in una città piena di amici ricchi di talento messi sott’occhio dalla povera istruzione della provincia, non si sia approfittato dell’occasione per far splendere la vera magia di questa città, che risiede nei suoi stessi abitanti.
Sono dell’opinione che l’intelligenza artificiale, soprattutto dietro a fondi esistenti, non rappresenterà MAI la soluzione economica e la cura e dettaglio che un’artista VERO può mettere dietro al tocco della città in cui è nato.
Sono dell’opinione che questo gesto abbia distrutto la mia visione ottimistica della rinascita della mia città: la sua grande arte rappresentata da nient’altro che una serie di codici che imitano il lavoro di altri artisti.
Tutto ciò che spero, dalla mia grandissima passione per il cinema e la mia città, è che queste occasioni vengano progettate fianco al fianco con coloro che hanno vissuto la storia sin da piccoli, e che finalmente possano trovare modo di raccontare la loro vita al resto delle località.
Che venga chiesto il supporto ai ragazzi liceali, agli studenti pendolari di accademia che faticano a farsi validare i propri impegni, ai veri artisti di questa città che apprezzo con tutto il cuore ad ogni mio ritorno nella regione.
Trovo questa come l’occasione perfetta, dopo anni di residenza, per esprimere un’opinione matura su un argomento che mi circonda ogni giorno, da dentro e fuori lo schermo del cinema: un luogo in cui l’arte prende la sua forma grazie alla delicatezza del pensiero e della storia dietro, in cui spettatore e immagine diventano una cosa sola.
Mi rifiuto di vedere rappresentata la mia città in un’immagine simile.
Devo ammettere che questo tema ha toccato parecchi miei compaesani, che hanno un’interfaccia diretta con la materia in questione, per cui ho deciso di riportare qui anche le loro opinioni: “Da artista, sono allibita nel vedere un progetto che, come base di idea, è valido poiché fa un'ottima pubblicità alla città, dove gli abitanti sono rivendicativi sulla storia del dolce che l'ha resa nota, ma nella produzione del cortometraggio questa iniziativa pecca, a parer mio, e si mostra come una mancanza di rispetto nei confronti di ciascun cittadino.
E cosa fa la tanto rivendicata "città d'arte" per sostenere questo suo titolo? Dimostra il suo oro pregiato trascurando ciascun cittadino degno di riconoscimento?
Mi lascia di stucco pensare che ci siano così pochi spazi espositivi, iniziative e/o corsi che mirino all'alfabetizzazione dei cittadini all'arte.
Questo si vede dall'entusiasmo ingiustificato di chi, vedendo il progetto, è entusiasta di vedere una parte di storia "animata", quando di animato non c'è nulla perché niente di ciò è stato pensato, studiato, sistemato da persone competenti, ma solo da codici.
Propongo, qualora ci fosse una prossima volta, di pensarci due volte prima di utilizzare questo tipo di strumento che semplifica il lavoro.
Si potrebbero invece istituire dei contest a cui possano partecipare artisti sia affermati sia emergenti, ma soprattutto competenti ed appassionati del proprio lavoro, presenti in gran numero sul territorio, ma mai veramente valorizzati come ricchezza locale.”
“Sono allibita che il primo pensiero riguardante la messa in pratica di quest’idea sia stato rivolto direttamente alla generazione d’immagini mediante l’intelligenza artificiale invece che, data la presenza di un liceo artistico proprio nella nostra città, dare l’opportunità a giovani artisti talentuosi di sperimentare questo campo artistico e applicare ciò che hanno deciso di studiare.
Sono dell’idea che questo progetto possa diminuire l’interesse dei giovani nell’intraprendere la carriera dell’arte nella loro vita, ed è proprio qui che risiede la più grande minaccia di quest’approccio così tanto chiamato ‘innovativo’.
Le chiedo di non dimenticare di quale città è Sindaco, qual è il tipo di cittadino che vuol rappresentare e quali valori del passato e del presente vorrà trasferire alle generazioni future, perché se c’è una cosa che si manterrà sempre originale e moderna, sarà sempre l’eterna arte."
"La vera magia di Galatina risiede nei suoi stessi abitanti"
Lettera aperta di uno studente fuori sede al Primo Cittadino
