Europa, "Caro Antonio Antonaci, non ci resta che piangere"

Caro Antonio Antonaci, a me, ma non solo, (proprio l'altro ieri leggevo il commento di uno studioso della materia, il quale affermava che il Parlamento Europeo non è altro che un mucchio di "peones inutili" che, come tu stesso dici, servono soltanto a decidere sui tappi delle bottiglie e altre quisquilie del genere, mentre sulle cose importanti decidono i rappresentanti dei governi, che, peraltro non decidono mai su nulla, essendo richiesta, per l'approvazione, l'unanimità).
La verità è che l'Europa Unita non è mai nata né mai nascerà se non si parte dalla base anziché dal tetto, come finora è stato fatto. E la base è la stessa che caratterizza la nascita di qualsiasi Stato: la Costituzione.
I tentativi fatti finora sono miseramente falliti per il semplice fatto che gli Stati che dovrebbero comporla vorrebbero, come si dice, la botte piena e la moglie ubriaca. Vorrebbero, cioè, conservare sia i vantaggi dell'essere una Unione più grande e potente, sia i poteri spettanti ai singoli Stati, a cui ovviamente dovrebbero rinunciare, a favore dell'unico Stato europeo.
E così, come i polli di Renzo, di manzoniana memoria, non fanno altro che beccarsi fra loro mentre vengono portati al macello.
Vero è che le decisioni dell'Europa ci riguardano da vicino più di quanto possiamo immaginare. Ma esse non sono, nel bene e nel male, le decisioni dei rappresentanti dei popoli, bensì quelle dei governi, che purtroppo, proprio in questo periodo, sono impersonati dalla peggiore feccia politica che l'Europa abbia mai avuto nella sua storia. Per cui non ci resta che piangere e raccomandarsi l'anima a Dio.