Gentile Direttore, torno a scriverLe dopo aver appreso quanto il Capo Dipartimento della Regione Puglia Dott. Montanaro ha tenuto a precisare con una nota inviata il 3 novembre u.s. alla Direzione Generale della ASL Lecce in merito all’Atto Aziendale che si appresta ad approvare e che, come già detto, rappresenterà la via maestra da seguire nella riorganizzazione della sanità salentina nei prossimi anni.
Devo innanzitutto evidenziare che quanto scritto dal Dott. Montanaro alla ASL Lecce rende giustizia e conferma sostanzialmente le perplessità che ebbi a sollevare, nella mia del 25.10 u.s. ( https://www.galatina.it/una-classe-politica-distratta-e-silente), quando leggendo la prima bozza dell’Atto Aziendale proposto affermavo che “L’atto in discussione è un regolamento di organizzazione che non può essere frutto di un libero e assoluto potere del Direttore Generale, (...) in quanto deve seguire i principi e criteri dettati dalla Regione nel piano sanitario regionale”.
Così non è stato e quindi l’Atto va rettificato, questo dispone il Capo Dipartimento Sanità della Regione. Ritengo però doveroso dar merito a quanti si sono adoperati affinché non fosse perpetrata un’ennesima ingiustizia a danno dell’Ospedale di Galatina. La “rete” è corposa, politicamente variegata ma che nel silenzio della propria azione, senza la ricerca di un riscontro mediatico personale è determinata da anni a difendere il sacrosanto diritto alla cura dei salentini del Distretto galatinese.
Tutto in ordine allora? Purtroppo devo risponderLe di no. Il tentato declassamento del Punto Nascita era il colpo più pericoloso, dritto al cuore dell’Ospedale, ma non l’unico.
Il 18 novembre p.v. le Organizzazioni Sindacali e il 6 dicembre p.v. per la nuova Conferenza dei Sindaci, salvo variazioni, sano stati convocati per l’approvazione dell’Atto Aziendale definitivo prima dell’inoltro in Regione. Oltre a vigilare affinché siano recepite le disposizioni di ripristino a UOC del Punto Nascita, sarebbe opportuno ponessero all’attenzione alcuni ulteriori aspetti : - Nell’atto Aziendale viene SOPPRESSA la storica unità semplice Immunotrasfusionale a vantaggio dell’Ospedale di Scorrano oggi sprovvisto.
Si mette in sicurezza Scorrano spostando il rischio a Galatina? Perché sopprimere un’attività da sempre fiore all’occhiello del nostro Ospedale, tra i primi centri in Regione nella raccolta di sangue e che assiste tra gli altri anche alcune centinaia di pazienti, moltissimi anziani, che hanno necessità di controlli costanti per problematiche cardiache? - Perché nell’Atto aziendale non si è voluto rispettare le disposizioni ricevute nel corso degli anni dalla Regione in riferimento ai posti di Terapia Intensiva? Negli anni sono stati autorizzati in più regolamenti 4 pl e da ultimo nel post covid addirittura 22 pl ma oggi Galatina risulta essere l’unico ospedale del Salento senza pl attivati.
E’ tutto documentato e documentabile. Di recente li abbiamo visti realizzare in quel di Copertino, cosa impedisce alla ASL di poterci garantire lo stesso trattamento? Questa dovrà essere la prossima legittima pretesa di chi andrà a rappresentare la comunità galatinese nelle sedi istituzionali, non una battaglia di campanile ma la necessità di mettere in sicurezza e “a norma di legge” anche l’Ospedale di Galatina perché in ogni momento l’assenza dei pl di terapia Intensiva può essere il giusto pretesto per tagli dolorosi.
Un ultima nota per richiamare un passaggio da approfondire sul vostro resoconto redazionale del 30 ottobre u.s. (https://www.galatina.it/assemblea-dei-sindaci-di-asl-lecce-nessun-taglio-nellospedale-di-galatina-salvo-il-punto-nascita ) quando tra una (non) garanzia e l’altra si riporta una considerazione della Direzione Generale in merito ai Distretti Socio Sanitari : “…Degno di nota anche il numero dei Distretti Socio Sanitari, in sovrannumero rispetto agli standard previsti dalla legge, ovvero un Distretto ogni 100mila abitanti…” A cosa mira questa considerazione ?
Decifrando il burocratese tutto lascia presupporre che si stia pensando a una riorganizzazione, alias “tagli e/o accorpamenti”, senza voler considerare la configurazione geografica del Salento dove per raggruppare 100.000 utenti bisogna percorrere molti chilometri, con una rete di collegamenti in più parti inesistente. Con buona pace di anziani e ammalati.
Guardando i numeri a chi pensano? Qualche idea possiamo formularla. Il Distretto Socio Sanitario poi merita nel prossimo futuro un approfondimento particolare, ci dovremmo addentrare in un mondo tanto trascurato e deficitario se si fa riferimento al tanto citato DM 70/2015 usato solo a convenienza quando serve tagliare, ma ignorato quando dispone potenziamenti.
Sulla medicina di prossimità si giocherà la vera partita nel prossimo futuro perché se è vero che la sanità non potrà più essere “ospedalicentrica” dovranno necessariamente mettere nella condizione i cittadini di poter avere garantita una sanità pubblica funzionante e universale.