Scissione M5s: complotto internazionale o sconfitta alle amministrative?

Scissione M5s: complotto internazionale o sconfitta alle amministrative?

In un articolo uscito su Galatina.it in data 3 luglio 2022, si sostiene, aggrappandosi alla tesi di Domenico Gallo, che la scissione del M5S operata da Luigi Di Maio è in realtà frutto di una trama che va al di là del contesto nazionale, fino a raggiungere la Gran Bretagna e gli Usa. Non è la prima volta infatti che la storia italiana, soprattutto quella politica, si intreccia con la storia di altre nazioni, fatto che in realtà potrebbe apparire più che normale in un contesto di relazioni internazionali fittissimo. Ciò che però non passa mai di moda è la tendenza a ricercare dietro le scelte italiane sempre delle trame più o meno nascoste, un intrigo di più soggetti che concorrono alle decisioni e questo, il più delle volte, porta a creare nell’opinione pubblica la fascinazione per il complotto.
È vero, molte volte la nostra storia si è intrecciata in una rete di soggetti ed interessi che andava al di là della nostra “piccola” realtà, ma da ciò non si può cercare una cospirazione in ogni avvenimento politico. Ragionando in questo modo si rischia di banalizzare la nostra vita politica, accusandola di essere assoggettata a potenze straniere, lobby o chissà cosa altro.
Contestualizzando la storia del nostro paese dal dopoguerra in poi, non si può fare a meno di analizzarla di pari passo con la storia di altre nazioni, perché così è, così è sempre stato e così sarà sempre. Le relazioni internazionali sono anche questo, una influenza reciproca di interessi, che non può e non deve essere vista in modo unilaterale, come se tutto, dall’esterno, influenzasse la nostra vita politica interna. Anzi il tutto è un gioco multilaterale che suppone il concorso di più soggetti per il raggiungimento di interessi comuni (e non singolari, si badi bene).
Cercare anche in questa scissione una cospirazione esterna è dunque, a mio avviso, fantapolitica, come d’altronde lo sono tutti gli intrighi che, privi di fondamento, hanno divertito negli anni numerosi “investigatori”. Se poi in nome di queste velleitarie cospirazioni si aspira a creare una “terza via” alle relazioni internazionali, indipendente e illusoriamente autonoma e a espellere dalla vita politica coloro che sono frutto delle mire di questo gioco, mi sembra addirittura un suicidio. Un suicidio “esterno” in campo internazionale ed “interno” perché attenta ai valori democratici che si vuole difendere, ma che in realtà si farebbe bene prima a definire, per evitare di appellare come democratico ciò che democratico non è. Per quanto riguarda la scissione, piuttosto che cercare i fantasmi, mi concentrerei di più ad esaminare le frizioni interne al partito in questa legislatura, le visioni discordanti dei due leader più forti e soprattutto (goccia che ha fatto traboccare il vaso) la pesante sconfitta alle ultime elezioni.