Galatina disse 'si' all'Italia nella Grande Guerra

Il 28 giugno 1914 venne ucciso a Sarajevo, nel corso di una visita ufficiale, il principe ereditario austriaco Francesco Ferdinando: autore del delitto era stato uno studente serbo, Gavrilo Prìncip, coadiuvato da tre compagni, tutti come lui decisi a vendicare i popoli slavi oppressi. Alla tragica notizia l’Austria reagì inviando alla Serbia un ‘ultimatum’ di 48 ore contenente richieste durissime e, non avendo ricevuto risposte soddisfacenti, dette inizio alle ostilità, seguita dalla Germania.

Ippolito De Maria, educatore eccezionale e amministratore saggio ed irreprensibile

L’11 ottobre 1896 il Consiglio Comunale (C. C.) di Galatina nominò, per l’a. s. 1896-’97, istitutore   presso il Convitto “Pietro Colonna” colui che in futuro sarebbe stato il padre dello statista on. Aldo Moro, cioè Renato Moro di Salvatore.  Questi l’anno dopo, essendo stato nominato insegnante elementare a Tiggiano, non accettò la conferma al posto d’istitutore, per il quale, su invito del sindaco Mario Micheli, presentò domanda documentata il futuro genitore dell’onorevole Beniamino  De Maria, cioè Ippolito De Maria.

Appello in difesa di bellezza e decoro di Galatina

Piazza S. Pietro parla’ è il titolo di un bell’ articolo, scritto nel 2011 da don Aldo Santoro per il mensile ‘…in Dialogo’ e da lui recentemente riproposto, sia mediante lo stesso foglio che con la pubblicazione sul giornale on line ‘galatina.it’ del 24 luglio u. s., nell’intento di rinsaldare la considerazione e l’amore dei galatinesi per la più bella piazza della propria Città. Secondo l’autore chi entra in piazza S.

Giustiniano Gorgoni, il gentiluomo che salvò il Ginnasio Convitto “Pietro Colonna” di Galatina

Michele Montinari intorno al 1895, da alunno di prima elementare, conobbe  “…un vecchietto vestito di nero, con un soprabito pure nero e il bastone dal pomo dorato…” e  “…dal conversare lento e dimesso… ”, il quale spesso  ispezionava la scuola. Egli comprese poi che quel distinto gentiluomo era il Sopraintendente all’istruzione di Galatina,  cioè l’avvocato Giustiniano Gorgoni.

"Come si fa ad autorizzarla a Galatina se ortopedia non c'è nemmeno a Lecce?" La biografia di Domenico Galluccio

Fino a tutta la prima metà del secolo scorso ed anche dopo nell’Ospedale di Galatina, come in tutti gli Ospedali della Provincia di Lecce, il servizio di ortopedia era espletato dai chirurghi. A tal proposito è significativo il fatto che il  primario chirurgo del Nosocomio galatinese,  prof. dott.

"Beniamino De Maria si è rivoltato nella tomba"

Attualmente nessun galatinese è Parlamentare e neppure Consigliere Regionale o Provinciale:  la città di Galatina è ormai ridotta al ruolo di un ricco serbatoio di voti, al quale i candidati locali , quando ci sono, attingono in maniera scomposta e quindi improduttiva. Per esempio nelle ultime elezioni per il Consiglio Provinciale i 23 (dico ventitré) candidati galatinesi sono stati tanto “bravi” nel dividersi la ricca torta di voti che nessuno di loro è stato eletto.

Vito Vallone, illustre medico nonché solerte e fattivo amministratore

Il 15 gennaio 1863, il dott. Filippo Mandorino, che all’epoca era l’unico medico dell’Ospedale di Galatina, rinunziò al servizio di chirurgia, conservando soltanto quello di medicina. Perciò  la neo eletta Congregazione di Carità, presieduda da Orazio Congedo e preposta alla gestione del Nosocomio, assunse per detto servizio il dott. Luigi Santoro, che “godeva della reputazione di chirurgo”. Questi prestò servizio per circa 25 anni, infatti si dimise quasi alle fine del 1887.

Orazio Congedo, ‘padre amorevolissimo delle orfanelle’

‘Raro esempio di amore del prossimo’ e ‘padre amorevolissimo delle orfanelle’: questi gli appellativi indelebilmente incisi nel marmo, con i quali il 14 luglio 1886 la Congregazione di Carità di Galatina, che gestiva l’Ospedale e l’Orfanotrofio della Città, ha trasmesso ai posteri il ricordo di Orazio Congedo, nato a Galatina il 27 agosto 1793 da Giuseppe e Francesca Congedo.

I Castriota Scandembergh, duchi di Galatina

 Alcuni anni fa ho cercato di consultare presso la biblioteca “P.

La Chiesa e l’Impero dopo la vittoria di Costantino a Ponte Milvio

Con la riforma dell’Impero operata da Diocleziano l’Italia venne integrata nel sistema delle province imperiali, mentre la città di Roma faceva parte a sè, amministrata per un raggio di cento miglia da un Prefetto insieme al Senato, le cui prerogative erano ormai ridotte a quelle proprie di un Consiglio municipale, in quanto raramente veniva richiesto il suo parere su problemi di governo. Nello stesso tempo un grande sviluppo, non soltanto di carattere urbanistico, era assicurato a Milano ed alle altre città dove resiedevano i Tetrarchi che governavano l’Impero.